sabato 7 marzo 2015

IL SEGNO VISIBILE

IL SEGNO VISIBILE

mostra personale di

CLAUDIO FRASSINETTI

INCONTRO CON L'ARTISTA SABATO 14 MARZO 2015 ORE 18.00



Disegni a matita plasmano il chiaroscuro, creato dall'immaginazione e reso immagine,

 offrendo nuova forma alla realtà portata sul foglio, mentre l'artista la libera in una nuova 

dimensione. Luci e ombre si fondono in composizioni vive, in ritratti di natura e di persone, 

visibili e reali.

a cura di Stefania Ferrari

3 MARZO – 3 APRILE 2015

Sala espositiva TRATTORIA CAFFETTERIA SIPARIO

Via Allegri, 1/a - Reggio Emilia

Apertura: ore 12.00 – 14.30 19.00 –23.00

L'artista Claudio Frassinetti con la curatrice Stefania Ferrari
Info: igiardinidiafrodisia@gmail.com

Il segno, e quindi il disegno, è stato la prima forma d'arte e il primo mezzo di comunicazione scritta, dal tempo degli antichi uomini. Da allora si è evoluto, perfezionato, eppure ora come millenni fa, questo linguaggio grafico resta ancora il più immediato e potente, pur nella sua apparente semplicità.
Apparente perché la padronanza di questa tecnica non è da tutti: c'è chi è un maestro del colore, chi della materia, chi dell'incisione, ma il disegno, per essere vera espressività, necessita di cura, pratica e talento, condizioni senza le quali il disegno è solo un insieme di insignificanti tratti.
Claudio Frassinetti dimostra con le sue opere di possedere queste tre qualità, attraverso le quali i suoi soggetti possono passare dallo stato del reale a quello dell'immaginato, momento in cui la figura, percepita dall'occhio, si trasferisce sulla carta, acquisendo nuova forma, nuova dimensione e, soprattutto, nuovo significato.
I temi affrontati da Frassinetti sono i più vari e indagano nelle profondità dell'umano nella sua totalità, non solo in quelle dell'animo. Non solo l'amore, la natura o la semplice rappresentazione diretta della realtà sono ritratti, ma anche le età dell'uomo, la sua gioia o la sua disperazione, il sentimento di amicizia, il contatto con la morte o, al contrario, con la vita, nello schiudersi di un fiore o nel sorriso di un bambino, nell'incondizionato e fedele affetto di un cane.
I suoi chiaroscuri raccontano una intensa gamma di emozioni, tante quante ne esprimono le varie sfumature che magistralmente esegue con la sua matita.
Ecco quindi che possiamo apprezzare un pomeriggio sulle rive di un torrente, che possiamo ascoltare le storie passate, raccontate da una anziana donna che lenta ma ancora energica raccoglie legna. Possiamo immaginare i leggeri passi di danza di una ballerina che ci saluta con un inchino, mentre di ben altro tenore sono i sentimenti che ispirano, assai vividi, visi pieni di angoscia che appartengono a persone stremate, che vivono in luoghi lontani.
Questo ineffabile disegnatore è quindi capace di esprimere elegantemente fremiti poetici, come di dichiarare spietatamente situazioni che muovono a riflettere sul nostro mondo contemporaneo, così tanto contraddittorio.
Ed è questo, a mio parere, ciò che realmente dovrebbe fare un artista: utilizzare le proprie capacità sì per diletto, ma con la profonda consapevolezza che i suoi quadri possono e devono andare oltre, per lasciare un'impronta profonda, che sia uno spunto per superare il semplice apprezzamento estetico.
Claudio Frassinetti utilizza luci e ombre non solo per realizzare i suoi disegni, ma getta luminosità evidente anche sulla bellezza o sulla manchevolezza umane, senza prediligere l'una o l'altra, ma rendendo palesi entrambe, perché questo in effetti è ciò che siamo.
La sua capacità di interazione con la natura circostante e con le persone, propria evidentemente di una personalità aperta e spontanea, unita all'abilità artistica, gli permette di creare quadri che non sono soltanto cristallizzazioni di istanti, ma piccole considerazioni filosofiche, massime di vita, pensieri liberi da condizionamenti accademici e che senza dubbio, ad ogni sguardo, lasciano un segno.

Un segno molto visibile.

Stefania Ferrari

Foto di gruppo in occasione dell'incontro con l'artista, il 14 marzo 2015



giovedì 5 marzo 2015

L'AMORE OLTRE

L'AMORE OLTRE

MOSTRA PITTORICA DI

CLAUDIA BELLI VANESSA PIGNALOSA

L'amore declinato in ogni direzione, per abbattere ogni convenzione ipocrita, violenta e discriminante. Perché l'amore è prima di tutto accettazione, comprensione, condivisione, rispetto, libertà. Due donne parlano dell'amore attraverso dipinti e poesie che esaltano questo sentimento salvifico e eterno, materno o che si tinge di erotismo.

A sinistra l'opera L'amore oltre di Claudia Belli, a destra il dipinto Il volo di Vanessa Pignalosa

A cura di Stefania Ferrari

7 MARZO – 1 APRILE 2015

INAUGURAZIONE SABATO 7 MARZO ORE 17.00

Sala espositiva MAX CAFE’

Via Guidelli, 1/F - Reggio Emilia

Tutti giorni dal lunedì al sabato 7.30 – 19.30

domenica chiuso



Le due pittrici protagoniste dell'evento artistico: Claudia Belli e Vanessa Pignalosa

Questa mostra si intitola L'amore oltre. Ma oltre cosa? C'è forse qualcosa di più profondo, assoluto, totalizzante dell'amore? No, l'amore completa se stesso e non ha bisogno di altro, ma l'essere umano non è così perfetto e riesce a rendere relativo anche questo sentimento, anche se ciò sembrerebbe impossibile.
Oltre quindi la visione distorta che troppo spesso si ha dell'emozione che ha creato e sempre crea il mondo, oltre le convenzioni e le ipocrisie che vorrebbero incasellare un sentimento che non ha confini temporali o di latitudine, oltre le discriminazioni che in nome di esse ancora vengono perpetrate, oltre l'età, la razza e il genere.
L'amore è comprensione, rispetto e libertà, ma molte volte tutto ciò resta vuota parola. Le cronache costantemente lo dimostrano, nel mondo così come il Italia: chi dovrebbe amare, in realtà si trasforma in carnefice in nome di qualcosa che con l'amore non ha nulla a che vedere. L'amore sembra dunque qualcosa che, per queste persone, ha un significato sconosciuto, ha una valenza relativa, applicabile solo a certe condizioni.
Eppure amare sarebbe così semplice. Ecco quindi che le voci che parlano d'amore vanno più che mai udite e ascoltate, che si esprimano a parole o con forme e colori, come in questo caso. Due donne, Claudia Belli e Vanessa Pignalosa, hanno impugnato i pennelli quali armi erette contro ogni sopraffazione e queste armi si avvalgono della loro sensibilità e del loro desiderio di esprimere l'unica vera causa per la quale valga la pena combattere: l'amore. Amore a oltranza, amore sempre, che sia materno, sensuale, etero o no, ma che sia disinteressato e sincero, perché “più forte della morte è l'amore”, si recita nel Cantico dei cantici.
Ognuna di queste tele è un inno a questo sentimento vitale e allo stesso tempo una denuncia su quanto tenti di distruggerlo: paura di ciò che non si conosce, paura di perdere una supremazia guadagnata con la forza, ma sempre per paura, timore di spezzare convenzioni sociali, terrore di non essere amati se non si accettano condizioni e condizionamenti. Creature angeliche, parti di anime colme d'amore, tentano di liberare lo spirito,intrappolato, che non ha il coraggio di sciogliere legami distruttivi, che non ha il coraggio di denunciare violenze, che non riesce a librarsi al di sopra delle malignità.
Nei colori, ora forti ora profondamente celesti, le due pittrici gridano silenziose appelli alla speranza, chiamando quella sola, unica, invincibile forza con la quale le donne di ogni epoca hanno sempre combattuto: l'amore. Grazie ad esso si sono abbattuti ostacoli che nessuna erculea potenza avrebbe nemmeno osato affrontare, grazie ad esso è potuta rinascere bellezza dalle ceneri, grazie ad esso miracoli di piccole, nuove nascite avvengono ogni istante.
Niente. Niente potrà sopprimere l'amore sino a che ci saranno voci che lo cantano, che lo invocano, che lo dipingono, per portarlo all'interno di cuori avvizziti o colmi di timore, che così guarderanno oltre, più lontano, più consapevoli, più liberi.
Così come la pittura, anche la poesia ha nell'amore il suo principale motivo di ispirazione e una raccolta di liriche è stata riunita in una pubblicazione, Parlami d'amore parlami di vita, il cui ricavato è a scopo benefico. Claudia Belli ha scritto due poesie presenti nel libro, così come Vanessa Pignalosa, che ne è anche curatrice. 

Stefania Ferrari


domenica 1 febbraio 2015

EROS & THANATOS? Amore e Morte o Amore e Redenzione

Ventisette artisti interpretano con pittura, scultura, fotografia, mosaico, affresco, disegno, gli infiniti aspetti dell'anima profonda e potente dell'umanità, capace di distruggere ciò che prima venerava, capace di rinascere quando ormai sembrava aver perduto ogni speranza, capace di annullarsi sino all'estremo sacrificio, in nome dell'amore o in quello della distruzione, così eternamente legati:

Eros & Thanatos. 

L'arte si fa promotrice di messaggi complessi e universali, senza tempo e imperituri, perché sempre l'umano sarà incompiuto e sempre aspirerà al miglioramento, attraverso il bello e attraverso quella comunicazione diretta che un'opera saprà soddisfare, in ogni angolo del mondo.

Dipinti e sculture hanno attraversato la storia e ancora lo faranno, nunzi di speranza e cantastorie di perdizione, in intreccio affascinante di bene e male, di amore e morte e su tutto, la scintilla della redenzione, per giungere alfine, forse, alla salvezza.

a cura di Stefania Ferrari

Il mito di Achille e Pentesilea, nelle vestigia monumentali ad Afrodisia

6 – 15 febbraio 2015
Teatro Nuovo, piazza San Babila, 3 – Milano

INCONTRO CON GLI ARTISTI VENERDI' 13 FEBBRAIO ORE 17,30

Opere di Elena Airaudi, Simone Ascari, Enzo Barbanti, Lisa Beneventi,
Cristina Biella, Franco Bonetti, Alfonso Borghi, Marisa Bottazzi, Luigi Bressan,
Ombretta Buongarzoni, Angela Betta Casale, Greta Catellani, Emanuela Cerutti,
Susanna Fassone, Renata Ferrari, Simonetta Fontani, Claudio Frassinetti, Barbara Giavelli, Antonella Guarneri, Nero Levrini, Gianpaolo Marchesi, Maria Cristina Martinelli,
Carmen Panciroli, Cesare Pinotti, Remo Suprani, Massimo Tassi, Nani Tedeschi

Nello spazio sottostante il catalogo scaricabile cliccando sul link



https://drive.google.com/file/d/0B56NB8kZxU5dR0ZzemNmZU5EMlk/view?usp=sharing
































POETICO NAÏF

POETICO NAÏF



mostra personale di

LUIGI CAMELLINI

INCONTRO CON L'ARTISTA

SABATO 14 FEBBRAIO 2015 ORE 18.00





Le storie della propria terra, dei ritmi legati alla stagionalità del raccolto, le attività rurali, i 

racconti attorno al fuoco e i canti nei campi. Un' esistenza semplice, “nativa” nel suo termine

 più sincero, per ritrovare l'armonia perduta e riappropriarsi della vita, ogni giorno, 

poeticamente.


a cura di Stefania Ferrari


3 FEBBRAIO – 3 MARZO 2015

Sala espositiva TRATTORIA CAFFETTERIA SIPARIO

Via Allegri, 1/a - Reggio Emilia

Apertura: ore 12.00 – 14.30 19.00 –23.00






Info: igiardinidiafrodisia@gmail.com


L'arte naif è qualcosa che fa parte della nostra terra e della nostra cultura, è strettamente legata al lavoro dei campi, al ritmo dei raccolti, al mutare delle stagioni. Sono pennelli intinti nel colore del grano e in quello della neve, del tramonto e dell'alba, in un'alternanza del tempo che era ancora legato alla natura e alla sua lentezza.
Sono esperienze di vita vissuta che le nuove generazioni non conosceranno e che vengono raccontate attraverso quadri che possono essere considerati alla stregua di documentazione storica, proprio perché riportano immagini di un mondo che non è più.Questo è il compito che si prefigge Luigi Camellini che, grazie alle sue tele, tratteggia i contorni della sua infanzia trascorsa tra le campagne, in compagnia di coetanei che correvano nei campi, in compagnia magari dei nonni che raccontavano storie ai più piccoli o rincorrendo qualche animale da cortile.
I protagonisti dei suoi quadri sono covoni di fieno, filari di viti, botti in cui gorgoglia il vino o in cui, incurante della frenesia esterna, invecchia l'aceto balsamico.
Il panorama è idilliaco, sereno e semplice, appunto naif, nativo, in questo senso letterale del termine, che segue l'inclinazione dell'uomo ad adeguarsi al passo della natura, senza volerla superare, violentare, sfruttare, distruggere.
Ecco allora che i suoi quadri mostrano qualcosa di anomalo: accanto al racconto poetico di un'esistenza semplice e felice, si insinua a sorpresa una descrizione che si scolora: l'ambiente ha sembianze ingrigite, scompaiono i campi per far posto alle strade, i ruscelli non sono più fonte di divertimento o di pesce che contribuiva al sostentamento delle famiglie, ma si riempiono di rifiuti e le loro acque sono tossiche per ogni forma di vita. Il panorama non è più alternanza di albe e tramonti, ma luci artificiali irrompono nella notte, sostituendo lo scintillio dolce delle stelle e la luminosità morbida della luna. Persino l'arcobaleno perde la sua brillantezza, soffocato dallo smog.
Pur mantenendo la dolcezza e lo sguardo puro della poetica naif, i quadri di Camellini riescono non tanto a muovere una critica, ma a porre un monito alle generazioni contemporanee su quanto, sino a pochi decenni fa, il mondo era in grado di offrire e su quale potrebbe essere il futuro in base al presente. Persino il ruolo dei nonni è cambiato: da raccontatori di storie e dispensatori di esperienza, a compagni di videogiochi e ore davanti alla televisione, regni incontrastati dei nipoti tecnologici.
Credo che questa nuova interpretazione del naif sia un vero merito, perché unisce uno stile pittorico tradizionale a un messaggio che può essere senza dubbio recepito, attraverso quelle sue pennellate piene di armonia e tranquillità, alla ricerca di un tempo perduto, per dirla alla Marcel Proust, che potrebbe, anche se in minima parte essere recuperato o, almeno, non essere dimenticato e che potrebbe rappresentare un'alternativa a una vita ben poco a misura d'uomo.
I ricordi d'infanzia sono il trait-d'union di ogni dipinto di Luigi Camellini, che ha fatto di questo stile così particolare il suo metodo espressivo d'elezione, ottenendo risultati il cui livello è innegabile e che portano ad apprezzare i quadri anche a chi cultore del naif non lo è mai stato. La trasparenza del tratto e la gioiosa semplicità delle storie raccontate, perché di questo alla fine si tratta, rendono le sue tele apprezzabili da parte di chiunque, perché chiunque può riconoscersi in quel rammentare o in quel sognare un mondo migliore.
Stefania Ferrari


martedì 23 dicembre 2014

NOVELLARA SI COLORA - VIII MOSTRA D'ARTE

NOVELLARA SI COLORA

VIII MOSTRA D'ARTE

Novellara si colora, questo il titolo dell'edizione 2014 di questa straordinaria e ormai consueta mostra d'arte, che ha quindi il piacevole compito di scaldare con ogni codice cromatico la graziosa cittadina della Bassa.



Il Club delle Arti Reggiane, in collaborazione con il Comune e la Pro Loco novellaresi, ha promosso anche quest'anno l'incontro, che ha inaugurato sabato 20 dicembre e proseguirà sino al 6 gennaio 2015 e che si prospetta nuovamente quale evento di grande significato culturale, riunendo un alto numero di virtuosi di pennello, matita, scalpello e tutto ciò che permette di esprimere la creatività ai massimi livelli. Una settantina di artisti, provenienti da tutta Italia, espone le proprie opere nella grande sala polivalente “Nomadi”, trasformata per l'occasione in una galleria che non mancherà di stupire per la ricchezza dei lavori esposti, in un tripudio di fantasia, tecnica e talento al servizio della pittura, del disegno, dell'incisione, della scultura, del cesello.
“Novellara città d'arte” si legge all'ingresso dello storico abitato, in cui la Rocca domina dal tempo e dall'alto, popolata di eventi passati e dai loro spiriti inquieti.
L'arte dunque, legata alla tradizione ma anche al rinnovamento, al piacere della bellezza e a quello di ritrovarsi per festeggiare il periodo natalizio ad un appuntamento imperdibile per tutti i cultori dei linguaggi espressivi.
Unite in un unico obiettivo, all'insegna della passione per la creatività, le proposte espositive presenti nella rassegna curata dal Club delle Arti Reggiane, rappresentano sicuramente una notevole antologia di abilità artistiche, nonché un forte invito a considerare l'oggetto d'arte quale più reale incarnazione della nostra cultura. Cosa dunque più indicato di un quadro o una scultura, per rendere un dono natalizio non solo originale, in ogni senso del termine, ma anche portatore per l'intelletto di un significato profondo, che non si estingua con lo spegnersi delle luminarie festive?



Trasformare un gesto, spesso dettato da una convenzione di matrice commerciale, in qualcosa che recuperi il vero significato di dono durevole, come risultato di un atto creativo ispirato, forse renderebbe qualcosa di inconsueto quel pacchetto dorato sotto l'albero.
Grande soddisfazione, per l'alta partecipazione di artisti e l'ottimo livello delle opere presentate, da parte di Augusto Fantini, presidente del Club delle Arti, e del suo braccio destro Luigi Camellini, come sempre animati dalla volontà di diffondere l'amore per l'arte e la conoscenza delle tecniche, al più vasto pubblico possibile, soprattutto attraverso iniziative come questa di Novellara si colora. L'evento è, infatti, un'occasione per far avvicinare alle muse ispiratrici non solo coloro coloro che già si dedicano a qualche attività che contempli l'utilizzo di strumenti creativi, ma anche, se non soprattutto, coloro che ancora non ne abbiano manifestato interesse o attitudine. La curiosità può essere madre della conoscenza in ogni ambito e in particolare modo il pubblico più giovane può trovare, in eventi come questo, un impulso a un approfondimento e, chissà, scoprire un talento che altrimenti rimarrebbe sopito.



Nella mostra si posso ammirare opere sia figurative, sia astratte e concettuali, passando per la tradizione tutta nostrana del naif, ma anche attraverso la scultura e la tarsia del legno, forse non tra le più conosciute e praticate dalle nostre parti, ma che riserva creazioni sorprendenti esposte nella sala. La ceramica, tra i fiori all'occhiello della nostra industria, viene qui proposta in veste decorativa, attraverso lavorazioni che ne fanno veri gioielli d'arredo d'arte.
Paesaggi collinari e che ritraggono le nebbiose rive del Po, sono pezzi classici che non mancano in questa preziosa collezione espositiva, così come opere che esaltano la figura umana, grande protagonista in tutta la storia dell'arte e che sempre e da sempre affascina nella sua perfetta armonia di forme e movimento.
Lo spirito indomito di questo gruppo di artisti, è stato imbrigliato in una poetica espressiva che rende omaggio a tutta la passione per un linguaggio decodificato grazie a forma e colore, tramite lavoro e competenza, seguendo un impulso creativo, che altro fine non ha se non ritrarre se stesso, nell'attimo in cui viene alla luce.
Tutto questo, è racchiuso nella rassegna di Novellara, aperta al pubblico tutti i giorni dalle 10,00 alle 12.30 e dalle 14,30 alle 19,00 sino al 6 gennaio, con ingresso libero.

giovedì 4 dicembre 2014

PROGETTO MISTERO: X-FILES REGGIANI

Progetto Mistero: X-Files reggiani
Indagine sulla fenomenologia dell'insolito
tra l'Appennino e il Grande Fiume


A cura di Massimo Tassi



Una mostra per spiriti avventurosi in cui curiosità, bizzarro e mistero sono protagonisti. Progetto Mistero: X-Files reggiani è il titolo che già promette emozioni alla Mulder & Scully, ma tutto calato in territorio nostrano.
Oltre trenta opere di artisti illustrano con vari linguaggi eventi riguardanti avvistamenti Ufo, spettri, casi irrisolti, streghe e inquisizione, esseri mutanti, ritrovamenti archeologici che gettano nuove luci sulla nostra storia più remota.
Questi sono solo alcuni degli argomenti esposti in questo percorso di ricerca dell'insolito, affrontato con serietà di indagine, strizzando tuttavia l'occhio alle leggende popolari, che l'associazione Yorick ha intrapreso un anno fa con una analisi riguardante il forse più famoso mistero reggiano, quello della Cianciulli. Durante questo viaggio tra i meandri degli enigmi made in Reggio, i ricercatori si sono imbattuti in numerosi casi che affondano le radici nella storia e nelle pieghe dell'inspiegabile e ne hanno stilato rapporti sotto forma di brevi articoli che sono stati così riuniti in un libro, indispensabile completamento dell'esposizione artistica e che contiene, oltre ai resoconti degli X-Files, anche un catalogo con le opere.
Tra le maggiori curiosità, la scoperta di una piccola Carnac tra le nostre colline, sito in cui particolari ritrovamenti hanno condotto alcuni archeologi a ipotizzare un luogo di culto risalente all'Età del Bronzo; una visita nel palazzo che in passato fu sede dell'inquisizione a Reggio e una documentazione che ricostruisce l'ipotesi di un tentativo di sabotaggio all'aereo del Duce, in visita alle Officine Reggiane nel periodo della guerra.

Opere di Marco Arduini, Laura Bacciocchi, Grazia Badari, Franco Bonetti, 
Alfonso Borghi, Massimo Canuti, Greta Catellani, Emanuela Cerutti, Silla Davoli, 
Nicla Ferrari, Vando Fontanesi, Enrico Ganassi, Stefano Grasselli, Marino Iotti, 
Maria Cristina Martinelli, Beatrice Riva, Michele Sassi, Corrado Tamburini, 
Nani Tedeschi, Enzo Zanni

Catalogo in sede (dal 17/12), con testi di Carlo Baja Guarienti, Gino Bedeschi, Stefania Ferrari, Roberto Giampietri, Cosimo Pederzoli, Rossella Pergetti, Rodolfo Pettazzoni, Sara Rizzitelli Stevenson, Massimo Tassi 

10 dicembre 2014 – 30 gennaio 2015

Incontro con gli artisti sabato 10 gennaio 2015 ore 16,30 – 18,00

Spazi espositivi Caffetteria Trattoria Sipario
Viale Allegri 1/a, Reggio Emilia

Apertura: tutti i giorni 12 – 14.30, 19 –23
yorickfantasy@yahoo.com - tel.368- 7222883



www.viamari10.it










L'UNIVERSO E LO ZODIACO

L'universo e lo zodiaco - Salienza Surrazionale

Mostra personale d'arte di ANNA PAGLIA

Palazzo Casotti - dal 6 al 28 dicembre 2014

Piazza A. Casotti - Reggio Emilia

Inaugurazione sabato 6 dicembre ore 11

apertura: ma - me - ve - sa 10,00/12,30 e 16,00/18,30
domenica 10,00/12,00
chiuso lu- gio




Mondi straordinari si spalancano, universi luminosi e perpetui, culla di nascita e morte, creazione e distruzione, in una eterna danza di energie. Si inseguono, instancabili, i simboli stellari dello Zodiaco, mese dopo mese, anno dopo anno, inconsapevoli del loro potere e del loro significato di era in era.
Tutto ciò vive e pulsa, in un palpito cosmico racchiuso in una tela, grazie ai dipinti di Anna Paglia.
Seguendo le tracce del movimento Surrazionale, i suoi pennelli si sono spinti oltre l'universo conosciuto, immaginando e ritraendo galassie, nebulose splendenti, scintillanti vie stellari che l'occhio anela di incontrare e che ora sono quantomai reali. Attraverso la fluidità della pennellata, la pittrice si è fatta elemento creatore di altri possibili mondi, in cui altre civiltà nell'immaginario possono nascere, crescere o estinguersi, nel costante e inevitabile scorrere del Chronos, che tutto consuma.
Perché le galassie? Per una volontà di esplorazione, nel campo dell'arte e in quello della psiche, vista come turbinio di emozioni, anche contrastanti, vista come parte eterea dell'umano, intangibile e celeste, in mutazione continua.
Un cammino di maturazione pittorica e personale che si evidenzia tramite queste opere, incanto alla vista, con giochi di luce pennellata e fisicamente diffusa tramite led.
La creatività umana che sfida la creazione ultraterrena, che appartiene al mistero, all'insondabile, al divino.



Anna Paglia ha così deciso di intraprendere questo incredibile viaggio alla scoperta dell'universo che non è fuori, ma all'interno di sé, incontrando parti insospettabili e di grande meraviglia e delle quali nemmeno lei, forse, conosceva l'esistenza. Queste galassie dai colori luminescenti, dall'aspetto vorticoso, eppure all'apparenza placido e immobile, esistevano nella sua mente e, ora, anche nella nostra perché, pur non essendo stati testimoni della loro genesi, lo siamo della loro essenza. Guardando i quadri, siamo compartecipi di tale creazione, le trasmettiamo ulteriore energia per continuare l'impetuoso cammino.
Che destino avranno queste intime galassie? Cosa trasformeranno e in che cosa? La loro mappa è forse tracciata tra le stelle che compongono lo Zodiaco, che sin dall'antichità per molti è legge del fato, che dispone e predispone, che muove i fili umani e ne determina la fortuna o la caduta. Differente versione delle Moire e delle Parche, i dodici simboli si alternano nel cielo e nelle tele di Anna Paglia, che ne ribadisce il fascino esercitato, il potere sull'immaginario e, per molti, anche nel reale.
Sono illusione e sono realtà, nelle sue opere, che rinnovano lo stupore e il timore umano di fronte a ciò che non si conosce.
Anche nell'era dei satelliti, questi simboli atavici stendono il loro influsso immutato nei millenni, guardati con trepidazione e reverenza, interrogati quali oracoli per individuare la via da seguire.



Tuttavia, Signore del Creato e in omaggio a Raffaello, ecco un Gesù Trasfigurato, che in sontuoso trittico domina e cattura gli sguardi, rinnovando il timor di Dio che si dilata e diffonde tra pigmenti di colore profondo, infinito, immortale e tuttavia amorevole e pietoso.
Il sacro e l'immenso di compenetrano, in un'estasi pittorica che coinvolge anima e mente, corpo e parvenza.
La potenza dell'arte mostra qui tutte le sue prerogative di guida spirituale e intellettuale conducendo, quale multiforme Virgilio, attraverso mondi inaccessibili ai mortali e tuttavia innanzi agli occhi.
Stupore e desiderio si confondono, rendendo l'osservatore famelico di sapienza e di avventura, di viaggio e di scoperta, in un anelito di saggezza proveniente dall'immenso e dall'interiore che, incredibilmente, si sfiorano, generando la vita come da tocco divino.
Rifulgenti sentieri cosmici colpiscono senza ferire, anzi, producendo incomparabili incipit di sottili guarigioni, mescolandosi ai colori che paiono non appartenere a questa dimensione della realtà.
L'abilità artistica di Anna Paglia, ha reso in maniera impeccabile tutta la bellezza di questo creato palese o immaginario, ricorrendo ad artifici pittorici che rendono i soggetti estremamente reali.
Ha fatto di se stessa la lente telescopica puntata verso mondi interiori, che riflettono una personalità di incessante, turbinosa, luminosità.
                                                                                                                      Stefania Ferrari