Una
fabbrica nascosta nel cuore di una montagna
Una
esplorazione tra brivido e avventura, tra storia e archeologia
industriale. Verso un mondo sotterraneo.
Siamo
entrati nei tunnel segreti dove durante la II Guerra mondiale si
fabbricava componentistica per l'esercito di Hitler. E forse -
aggiunge sibillino qualcuno - anche parti destinate alle armi
sperimentali, con cui i nazisti volevano ribaltare l'esito del
conflitto.
Siamo
a Costozza (Vicenza), nei Colli Berici. Alle nostre spalle il paese
avvolto dal sole. Davanti a noi si spalanca invece un abisso di
tenebra e roccia.
La
spedizione è composta dal cameraman Andrea Boni, dal giornalista
Massimo Tassi e da Pier Guido Segna, la cui famiglia è proprietaria
di una parte delle grotte.
Nei
cunicoli, tra il 1943 e il 1945, erano collocati macchinari di
Officine Reggiane, Alfa Romeo, Isotta Fraschini, Fiat, Ducati e
Siemens. La dotazione industriale era stata trasferita in modo che
sfuggisse alle incursioni aeree degli Alleati. In precedenza le
grotte erano state utilizzate come cave di pietra.
I
tedeschi indicavano il luogo con un nome in codice: “Officina C,
Saibling”.
Gli
Alleati vennero a conoscenza della fabbrica che produceva per Junkers
e Messerschmitt: lo dimostra un dossier segreto. Tuttavia non
riuscirono a colpire l'impianto, ricavato all'interno della montagna,
dove erano stati anche ricavati spazi per cinema, chiesa, dormitori,
mensa, come attestano rare foto d'epoca.
Le
tenebre ci avvolgono. Ci troviamo in un labirinto. “Si tratta
probabilmente di centinaia di chilometri di gallerie, che percorrono
l'intera montagna”, dice Segna. E' impressionante pensare che qui
lavorassero centinaia di persone. Erano in scacco dei tedeschi: i
cunicoli erano minati. E così pure il paese.
Gli
occhi si abituano all'oscurità. E con l'aiuto delle torce troviamo
segni concreti della presenza dei lavoratori o dei soldati: sulle
pareti ci sono nomi e date.
La
fine dei tunnel di guerra arrivò nel '45, con l'avanzata degli
Alleati e il ritiro dei tedeschi verso il Brennero. Ma più di
settant'anni dopo, i cunicoli avvolti dalle tenebre custodiscono
ancora molti enigmi.
Testo
di Massimo Tassi, proposto in forma diversa dal quotidiano Il Resto
del Carlino-Carlino Reggio (21/9/2016). Foto di Andrea Boni e Massimo
Tassi. Si ringrazia la famiglia Segna.