"Mio
padre ha amato tantissimo la sua città.
Sono
certa che il suo nome rimarrà nel tempo".
Intervista
a Lisa Bellocchi, figlia del più illustre studioso del Tricolore
In
occasione del 220° anniversario del Primo Tricolore, si sono tenuti
a Reggio Emilia grandi festeggiamenti, che hanno visto anche la
presenza del Presidente della Repubblica Mattarella.
Una
bella e commovente intervista è stata rilasciata a Stefania Ferrari
da parte di Lisa Bellocchi, figlia di Ugo Bellocchi, giornalista,
storico e studioso al quale, grazie alle sue lunghissime e
dettagliate ricerche, si deve la paternità reggiana della
bandiera nazionale.
Foto di GIAN DOMENICO SILVESTRONE https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10211628821625905&set=a.10211628646981539.1073741927.1527194182&type=3&theater |
Si
è da poco festeggiato l'anniversario del Primo Tricolore che, grazie
agli studi e all'interessamento di tuo padre Ugo, è stato provato
nato a Reggio.
“Le celebrazioni del 7 gennaio, occupano, ovviamente, un posto speciale nel mio cuore. Ricordo con particolare emozione la cerimonia del 2011, con il presidente Giorgio Napolitano, in occasione del 150° anniversario della Bandiera. Fu la penultima uscita pubblica di mio padre. L’ultima fu il 5 febbraio, quando, nella Sala del Tricolore, gli fu consegnata la Targa Graziano Udovisi dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia. Pochi mesi dopo, il 17 luglio dello stesso 2011, mio padre morì”.
I
festeggiamenti in onore della bandiera, credi abbiano sino ad ora
rispecchiato il suo significato o è stata una ricorrenza lontana
dalla gente? Credi che tuo padre ne sarebbe soddisfatto? Tu lo sei?
“Il
“rating” dei festeggiamenti del Tricolore è stato spesso
altalenante, per motivazioni partitiche che in nulla avrebbero dovuto
interferire con un evento che riguarda tutto il popolo italiano.
Ricordo la soddisfazione di mio padre quando il compianto presidente
della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi riattivò un certo orgoglio
nazionale per la Bandiera, poi spesso esibita con entusiasmo in
occasione di successi sportivi. Credo che questo “sdoganamento”
della Bandiera abbia reso più popolari e partecipate anche le
cerimonie reggiane. La presenza del Presidente Mattarella il 7
gennaio 2017 sarebbe stata per mio padre una ragione di gioia ed un
implicito, trasversale riconoscimento ai suoi lunghi anni di studio
sul Tricolore. Per questo non posso che esserne contenta”.
Quest'anno
c'è stata la novità di una bandiera lunga 1.797 metri, come
l'anno in cui è nata. Questo potrà risvegliare il senso di
appartenenza della città a questo simbolo?
“'Nemo
propheta in Patria' diceva già Gesù nei Vangeli e negli ultimi
duemila anni l’uomo non è poi tanto cambiato. C’è gente che fa
centinaia di chilometri per vedere una mostra lontana e magari non ha
mai visitato i musei della propria città… Quella attuale è una
civiltà che privilegia l’immagine, perciò la vista di una
Bandiera lunga quasi due chilometri è stata sicuramente di grande
impatto e potrà sollecitare anche molti reggiani a studiare
(finalmente!) la storia del Tricolore”.
Visto
il lavoro, gli studi e il legame con Reggio di tuo padre, credi che
la città sia stata riconoscente, o ne abbia sottovalutato l'operato?
“Mio
padre ha amato tantissimo la sua città, rifiutando proposte di
lavoro estremamente lusinghiere ma che lo avrebbero costretto a
trasferirsi. A Reggio ha incardinato la sua attività come fondatore
di Carlino Reggio, come direttore della Biblioteca Civica Popolare,
come fondatore dell’Associazione Gino Bedeschi e del Centro Studi
sul Dialetto di Albinea, come presidente della Deputazione di Storia
Patria… La quantità e la qualità delle sue pubblicazioni, non
solo di argomento reggiano, ne fanno certamente uno studioso di
elevata statura a livello internazionale. Sono certa che il suo nome
rimarrà nel tempo. Forse molto del tantissimo che lui ha fatto,
studiato e scritto non è ancora stato compiutamente apprezzato”.
Sei
al corrente che è stata fatta una proposta per intitolargli una via?
“Mi
auguro che al più presto venga dedicata una via a Ugo Bellocchi. So
che, poco dopo la sua scomparsa, la proposta era stata presentata
formalmente, ma purtroppo non mi risulta che finora si sia
concretizzata. Nel frattempo, però, gli sono state intitolate la
Sala studio manoscritti della Biblioteca Panizzi di Reggio e la Sala
studio della Biblioteca comunale di Albinea, le due istituzioni cui
ho donato gli oltre 11.000 volumi che costituivano la biblioteca di
mio padre”.
Sei
rimasta in contatto con il Comitato primo Tricolore?
“So
che il Comitato da sempre porta avanti lodevoli iniziative a favore
della conoscenza del Tricolore, ma attualmente i miei impegni
professionali e l’incarico di vice presidente di ENAJ, il network
europeo dei giornalisti agricoli, mi tengono impegnata su altri
fronti”.
(Stefania
Ferrari)
DIMENTICATA LA FIGURA DI BELLOCCHI?
IL MISTERO DELLA RICHIESTA "PERDUTA"
DELL'INTITOLAZIONE DI UNA VIA
Se
la storia reggiana può vantare anche la genesi del Tricolore, lo
deve soprattutto alla figura di Ugo Bellocchi, giornalista, docente,
storiografo e ricercatore illustre. Quest'anno verrà inaugurato il
Museo del Tricolore e al suo contributo è stato fatto accenno in una
delle sale e nei pieghevoli informativi ma, pare, non nei comunicati
ufficiali. Per sottolineare il suo operato, si è mobilitato, già da
alcuni anni, Giacomo Giovannini, vicepresidente di Alleanza Civica,
con la richiesta di intitolare una via all'insigne reggiano.
“Bisognerebbe
attendere almeno dieci anni dalla morte”, ha detto Giovannini. “Ma
so che per altri personaggi è stata fatta eccezione. Si potrebbe
fare anche per Bellocchi. Bisogna dare il necessario riconoscimento
al suo lavoro”.
In
una lettera, inviata anche al Carlino, Giovannini sottolinea come “
chiedemmo a più riprese nelle sedi istituzionali locali, all’allora
Sindaco Delrio e poi con un voto unanime del Consiglio comunale,
l’intitolazione di una strada”. Richiesta che però, spiega
sempre nella lettera, “non ha trovato ancora risposta perché pare
proprio che quella per il Professore si sia “persa” nelle stanze
municipali”.
(Stefania Ferrari)
Articolo pubblicato su Carlino Reggio del 6/01/17