ROLANDO SIRCANA
ANTOLOGICA
Surreale, simbolico,
visionario e precursore. Queste sono solo alcune delle caratteristiche di
Rolando Sircana, artista reggiano scomparso nel 2020 e di cui Arcus Artis
GalleryLab di Reggio Emilia cura una antologica, in mostra dal 18 al 26
novembre.
Antesignano nel
ricreare situazioni contemporanee e concetti del qui e ora che per lui erano
ancora futuro, con l’occhio allenato non dell’artista che vive in un universo
altro, ma dell’uomo perfettamente aderente alla realtà e che si prodiga nell’aiuto,
Rolando Sircana coglie le peculiarità, la bellezza, gli inganni e le storture
di un mondo in divenire, con le sue luci e le sue tante ombre, messe tuttavia
in evidenza non da cromatismi cupi ma, al contrario, con esplosioni di colori
netti e definiti.
Tramite uno stile che
ha fatto del tratto trascendente una cifra stilistica, racconta le virtù e i
peccati dell’umanità tesa verso il paradiso, ma con mezzi che spesso la portano esattamente dall’altra parte.
Non si erge mai a
giudice, ma si pone come semplice spettatore che, attraverso una pittura
figurativa e densa di allegorie, coglie la profondità di ogni azione della
società a lui contemporanea, vivendola intensamente e con estrema consapevolezza.
Vi appartiene,
infatti. Completamente e, proprio per questo suo viverla coscientemente, riesce
a carpirne i segreti che ad uno sguardo superficiale non vengono percepiti. Con
pennelli e pigmenti, narra di un genere umano alla ricerca di qualcosa di
inafferrabile, in bilico tra ricordo e speranza, tra un passato doloroso e un
anelito verso un futuro migliore, diviso tra la melodia di un violino suonato
da un malinconico Pierrot e il suono potente di un organo, che sia preludio
alla presenza del divino.
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjDRF3JkOLrvhsotf0h0rjzBsEoAHbnzifGo8MwwAdtjnXYLJt3CRofK_BLI6JrKhLfFO5lQK_kyNcQK9xNr3g1uZyf2ARn8i8OgiRfro-zv3-Ge4HLfmKKS4UfYGLxqSedrqnucrO7UzCvwiYxp1I0_1VB3pCZMHt0_AHHj9huuxmSm5DpzqFL8J-4zc/w453-h640/DSCF3098.JPG)
Nato alla fine degli
anni ’20 dello scorso secolo, Rolando Sircana nei suoi novantuno anni di vita,
ha attraversato tutti i grandi mutamenti della storia recente: dal suo venire
alla luce in una nazione che sentiva ancora gli echi della Grande Guerra,
all’avvento del totalitarismo mussoliniano, l’esplosione e la devastazione del
secondo conflitto mondiale, la ricostruzione e il boom economico, le tensioni
sociali degli anni di piombo, seguito dai colorati e edonistici anni ’80, per
poi scivolare lentamente verso quel nuovo secolo in cui tutte le certezze
vacillano, la tecnologia irrompe prepotentemente nella vita quotidiana e la
stessa socialità cambia aspetto.
Nulla è ciò che sembra
e un mondo parallelo vive e si ingrandisce e l’essere umano, annaspante e
confuso, non ha più idea di dove sia la propria strada, di quale via conduca
alla meta e di quale sia invece illusione.
Lungimirante e
profetico, Sircana ritrae quest’umanità aggrovigliata, apparentemente festosa,
in realtà vuota e votata, pur inconsapevolmente, a perdersi.
Solo poche sono le
certezze e chi riuscirà a mantenerle salde, avrà in premio la destinazione
finale.
Con la sua pittura
densa di simboli e di visioni surreali, questo artista traccia ancora oggi
nuovi percorsi in cui addentrarsi, per conoscere cosa riservi il reale e cosa
manifesti l’irreale, prendendo per mano ogni osservatore e trasportandolo in un
mondo in cui gli incontri sono densi di significato e le storie raccontate sono
insegnamenti per affrontare quanto la vita prospetti ogni giorno.
Stefania Ferrari