Marzia Schenetti e "Evil", spettacolo di perforante intensità
Lei è seduta, sul bordo del
palcoscenico. E' senza scarpe e chiacchiera con chi le sta di fronte,
in attesa di iniziare lo spettacolo, creando un rapporto rilassato,
amichevole.
I suoi occhi di sopravvissuta
combattente emanano energia, le sue parole l'impossibilità di un,
seppur rabbioso, perdono. Eppure, nel medesimo istante, incrollabile
fiducia. Non in un aiuto che arriverà, come giusto sarebbe,
dall'esterno, ma da se stessa, miglior compagna di un viaggio
infinito.
Questo, ma decisamente molto altro
ancora, è Marzia Schenetti, che ha presentato il suo spettacolo
“Evil” la sera dell'equinozio di primavera, al teatro Piccolo
Orologio di Reggio Emilia.
Evil, ovvero il Male, che ha
campeggiato in un video nelle spoglie di gigantesco ragno fagocitante
e che paralizza le sue vittime con un veleno mortale, avvolgendole in
una tela dalle fibre sottili, apparentemente fragili, che giorno dopo
giorno avviluppano e intrappolano, subdole e implacabili.
Spettacolo basato su esperienze di vita
vissuta direttamente, è ben lungi dall'essere una storia che induce
alla pietà, ma nemmeno incita alla vendetta. Semplicemente svela la
cruda verità di una donna che si trasforma in tante, in troppe,
ancora.
Lei, minuta, cresce magicamente e
giganteggia, sola, su quel palco come nella sua stessa esistenza,
sfoderando una voce così potente da investirti come un'onda anomala
e capovolgerti.
Dopo aver udito la forza di quel canto,
non sarai più la stessa persona. Dopo aver ascoltato e visto, non
avrai una notte tranquilla, perché decine di pensieri ti
avvolgeranno la mente con domande e considerazioni alle quali non
avevi mai nemmeno prestato attenzione.
Nello svolgersi del racconto, composto
di parti narrate cantando, rappando, danzando, guardando e mostrando,
si viene assaliti dalla conoscenza di eventi che nessuna sciocca e
piagnucolosa trasmissione televisiva di approfondimento potrebbe mai
sperare di fornire, fatta di stereotipi da audience e nessuna
empatia.
Marzia cammina sul palcoscenico,
cambiandosi d'abito e cambiando pelle, trasformandosi da bionda
“bambolina” accondiscendente la cui vitalità viene via via
succhiata dal ragno, in una figura incredibilmente forte, ovvero
“Io sono l'edile”, https://www.youtube.com/watch?v=LogYSanFiBw canzone originale e di incredibile potenza, con
immagini di lei mentre lavora in cantiere, con il corpo scolpito dal
sollevare pesi e spostare bancali.
Con una voce da interprete navigata,
che potrebbe molto insegnare a presunte e decisamente sopravvalutate
star musicali nostrane e non, Marzia, nelle vesti di una fantomatica
Matilde, una-tutte le donne, ci trasporta con l'ineluttabilità di un
uragano in un mondo a molti sconosciuto, ma a troppe molto noto.
“Evil”, che racconta quel Male
apparentemente inevitabile, è uno spettacolo intenso, splendidamente
perforante, dolcemente agghiacciante nella sua crudezza,
profondamente istruttivo nella sua immediatezza.
E' uno spettacolo che unisce musica,
canto, recitazione, video, inducendo uno stato di consapevolezza che
non potrà mai più essere dimenticato.
Tutti dovrebbero vederlo.
Tutti dovrebbero assorbirlo.
Tutti dovrebbero trasmetterlo, come un
virus che agisce da vaccino. Nessuno escluso.
(Stefania Ferrari)
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