domenica 1 febbraio 2015

EROS & THANATOS? Amore e Morte o Amore e Redenzione

Ventisette artisti interpretano con pittura, scultura, fotografia, mosaico, affresco, disegno, gli infiniti aspetti dell'anima profonda e potente dell'umanità, capace di distruggere ciò che prima venerava, capace di rinascere quando ormai sembrava aver perduto ogni speranza, capace di annullarsi sino all'estremo sacrificio, in nome dell'amore o in quello della distruzione, così eternamente legati:

Eros & Thanatos. 

L'arte si fa promotrice di messaggi complessi e universali, senza tempo e imperituri, perché sempre l'umano sarà incompiuto e sempre aspirerà al miglioramento, attraverso il bello e attraverso quella comunicazione diretta che un'opera saprà soddisfare, in ogni angolo del mondo.

Dipinti e sculture hanno attraversato la storia e ancora lo faranno, nunzi di speranza e cantastorie di perdizione, in intreccio affascinante di bene e male, di amore e morte e su tutto, la scintilla della redenzione, per giungere alfine, forse, alla salvezza.

a cura di Stefania Ferrari

Il mito di Achille e Pentesilea, nelle vestigia monumentali ad Afrodisia

6 – 15 febbraio 2015
Teatro Nuovo, piazza San Babila, 3 – Milano

INCONTRO CON GLI ARTISTI VENERDI' 13 FEBBRAIO ORE 17,30

Opere di Elena Airaudi, Simone Ascari, Enzo Barbanti, Lisa Beneventi,
Cristina Biella, Franco Bonetti, Alfonso Borghi, Marisa Bottazzi, Luigi Bressan,
Ombretta Buongarzoni, Angela Betta Casale, Greta Catellani, Emanuela Cerutti,
Susanna Fassone, Renata Ferrari, Simonetta Fontani, Claudio Frassinetti, Barbara Giavelli, Antonella Guarneri, Nero Levrini, Gianpaolo Marchesi, Maria Cristina Martinelli,
Carmen Panciroli, Cesare Pinotti, Remo Suprani, Massimo Tassi, Nani Tedeschi

Nello spazio sottostante il catalogo scaricabile cliccando sul link



https://drive.google.com/file/d/0B56NB8kZxU5dR0ZzemNmZU5EMlk/view?usp=sharing
































POETICO NAÏF

POETICO NAÏF



mostra personale di

LUIGI CAMELLINI

INCONTRO CON L'ARTISTA

SABATO 14 FEBBRAIO 2015 ORE 18.00





Le storie della propria terra, dei ritmi legati alla stagionalità del raccolto, le attività rurali, i 

racconti attorno al fuoco e i canti nei campi. Un' esistenza semplice, “nativa” nel suo termine

 più sincero, per ritrovare l'armonia perduta e riappropriarsi della vita, ogni giorno, 

poeticamente.


a cura di Stefania Ferrari


3 FEBBRAIO – 3 MARZO 2015

Sala espositiva TRATTORIA CAFFETTERIA SIPARIO

Via Allegri, 1/a - Reggio Emilia

Apertura: ore 12.00 – 14.30 19.00 –23.00






Info: igiardinidiafrodisia@gmail.com


L'arte naif è qualcosa che fa parte della nostra terra e della nostra cultura, è strettamente legata al lavoro dei campi, al ritmo dei raccolti, al mutare delle stagioni. Sono pennelli intinti nel colore del grano e in quello della neve, del tramonto e dell'alba, in un'alternanza del tempo che era ancora legato alla natura e alla sua lentezza.
Sono esperienze di vita vissuta che le nuove generazioni non conosceranno e che vengono raccontate attraverso quadri che possono essere considerati alla stregua di documentazione storica, proprio perché riportano immagini di un mondo che non è più.Questo è il compito che si prefigge Luigi Camellini che, grazie alle sue tele, tratteggia i contorni della sua infanzia trascorsa tra le campagne, in compagnia di coetanei che correvano nei campi, in compagnia magari dei nonni che raccontavano storie ai più piccoli o rincorrendo qualche animale da cortile.
I protagonisti dei suoi quadri sono covoni di fieno, filari di viti, botti in cui gorgoglia il vino o in cui, incurante della frenesia esterna, invecchia l'aceto balsamico.
Il panorama è idilliaco, sereno e semplice, appunto naif, nativo, in questo senso letterale del termine, che segue l'inclinazione dell'uomo ad adeguarsi al passo della natura, senza volerla superare, violentare, sfruttare, distruggere.
Ecco allora che i suoi quadri mostrano qualcosa di anomalo: accanto al racconto poetico di un'esistenza semplice e felice, si insinua a sorpresa una descrizione che si scolora: l'ambiente ha sembianze ingrigite, scompaiono i campi per far posto alle strade, i ruscelli non sono più fonte di divertimento o di pesce che contribuiva al sostentamento delle famiglie, ma si riempiono di rifiuti e le loro acque sono tossiche per ogni forma di vita. Il panorama non è più alternanza di albe e tramonti, ma luci artificiali irrompono nella notte, sostituendo lo scintillio dolce delle stelle e la luminosità morbida della luna. Persino l'arcobaleno perde la sua brillantezza, soffocato dallo smog.
Pur mantenendo la dolcezza e lo sguardo puro della poetica naif, i quadri di Camellini riescono non tanto a muovere una critica, ma a porre un monito alle generazioni contemporanee su quanto, sino a pochi decenni fa, il mondo era in grado di offrire e su quale potrebbe essere il futuro in base al presente. Persino il ruolo dei nonni è cambiato: da raccontatori di storie e dispensatori di esperienza, a compagni di videogiochi e ore davanti alla televisione, regni incontrastati dei nipoti tecnologici.
Credo che questa nuova interpretazione del naif sia un vero merito, perché unisce uno stile pittorico tradizionale a un messaggio che può essere senza dubbio recepito, attraverso quelle sue pennellate piene di armonia e tranquillità, alla ricerca di un tempo perduto, per dirla alla Marcel Proust, che potrebbe, anche se in minima parte essere recuperato o, almeno, non essere dimenticato e che potrebbe rappresentare un'alternativa a una vita ben poco a misura d'uomo.
I ricordi d'infanzia sono il trait-d'union di ogni dipinto di Luigi Camellini, che ha fatto di questo stile così particolare il suo metodo espressivo d'elezione, ottenendo risultati il cui livello è innegabile e che portano ad apprezzare i quadri anche a chi cultore del naif non lo è mai stato. La trasparenza del tratto e la gioiosa semplicità delle storie raccontate, perché di questo alla fine si tratta, rendono le sue tele apprezzabili da parte di chiunque, perché chiunque può riconoscersi in quel rammentare o in quel sognare un mondo migliore.
Stefania Ferrari