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giovedì 28 novembre 2019

NATALE NAIF A REGGIO EMILIA

NATALE NAIF
A REGGIO EMILIA

Immagine di Antonio Ligabue: Archivio storico fotografico Fotowall di Walter Breveglieri


Quello stile conosciuto ormai in tutto il mondo, che ha varcato ogni confine geografico e temporale, torna finalmente a Reggio Emilia, dopo il successo ottenuto a Luzzara grazie al concorso "A casa di Za", di cui a settembre si è conclusa la seconda edizione. 
Nella giornata dell'1 dicembre 2019, negli storici spazi espositivi della Trattoria Sipario (V.le Allegri, 1/a - Reggio Emilia) si apre una splendida collettiva che vede la partecipazione di ventuno artisti, provenienti da diverse parti d'Italia e che riportano, con pennellate tradizionali o con rivisitazioni contemporanee, i racconti dei "candidi", unendosi per offrire una panoramica che racchiude appieno lo spirito natalizio, raccontando di campi e paesi, feste nei boschi e nevicate, raccontando tutto il fascino di albe e tramonti.
Ligabue, Zavattini e Guareschi hanno narrato, ognuno col proprio mezzo, la vita di un "mondo piccolo" che è diventato grande, abbracciando ora tutte le latitudini.

L’allestimento propone quadri di Paola Abruzzese, Iago Barbieri, Brenno Benatti, 
Fausto Bianchini, Luigi Camellini, Paolo Camellini, Patrizia D’Anna, Marino Di Fazio, 
Antonio Donati, Dino Fiorini, Paolo Incerti, Luciano Lipreri, Maurizio Maglio, Ivonne Melli, Miria Nardini, Cesare Novi, Gianni Pontiroli, Lucetta Righetti, Guido Vedovato, 
Gianni Verona, Giuliano Zoppi.

Dall’1/12/2019 al 28/2/2020. Apertura mostra domenica 1/12, ore 12. 
Orari d’apertura della mostra: 12-15 e 19-22,30 (chiuso il martedì).

L’evento è organizzato da: Gruppo culturale Giardini di Afrodisia, Associazione Yorick per la Cultura, Ass. Flore-Familiari Lavoratori Officine Reggiane. Curatori dell’iniziativa Stefania Ferrari e Massimo Tassi.

info: yorickfantasy@yahoo.com

Come raggiungere la mostra - In auto. Autostrada, uscita Reggio Emilia. Seguire segnaletica centro storico. Parcheggi gratuiti nei pressi della sede dell’evento: controviale viale Insonzo (intersezione con via Franchetti), strisce blu, domenica park libero. Inoltre: park liberi (nei festivi) in viale Trento Trieste, via U. Cagni, via P. Toselli. Da lì, passeggiata di cinque minuti sino al luogo della mostra. 

Parcheggio a pagamento più vicino: parcheggio Zucchi, non custodito, ingresso da viale Isonzo. A due minuti dalla mostra.


In treno: Stazione Fs di piazzale Marconi (no alta velocità). Con una passeggiata di 15 minuti è possibile raggiungere la mostra. Il percorso: p.le Marconi, via Eritrea, via Dante Alighieri, via Secchi, p.zza della Vittoria, via Allegri. Autobus: n. 3, frequenza ogni 30 minuti (da p.le Marconi, scendere alla fermata Caserma Zucchi, viaggio di sette minuti, dalla Caserma Zucchi al luogo dell’evento, due minuti di passeggiata).



venerdì 1 marzo 2019

FUORI DA - Oltre ogni schema

PAVEL: PITTURA FUORI DAGLI SCHEMI






La mostra si intitola, eloquentemente, “Fuori da – Oltre ogni schema”, perché la pittura di Pavel, al secolo Paolo Incerti, non è davvero classificabile all’interno di alcuna corrente.
E nemmeno sarebbe giusto, perché credo che tutta l’arte, in quanto tale, debba essere sinonimo di libertà, fantasia, originalità e, perché no, follia, intesa come rottura appunto con ogni schema.
L’esposizione è stata divisa in sezioni, perché diversi sono gli argomenti, anche se in realtà collegati tra loro: il paesaggio naturale, tangibile, terrestre; la visione dello spazio, infinito, inesplorato; la visione dell’inconscio, altrettanto infinito e inesplorato e tuttavia legato e inscindibile dalla vita reale dell’individuo.
Pavel è riuscito, con i suoi sogni utopisti e le sue vedute, a riunire con visibili tratti di colore questi tre elementi, rendendoci partecipi di una concezione totale dell’esistenza, che spesso è invece percepita solo in parte e solo quella parte: gli oggetti, il cibo, il corpo, tutto ciò che è considerato materia.
Le immagini presenti in questi quadri sono quanto di più istintivo, ma nello stesso tempo profondo, si possa dipingere, perché considerano non solo quello che i cinque sensi ci permettono di comprendere, ma anche quanto si annidi nel profondo, quanto i desideri inespressi ci comunichino, quanto le nostre capacità nascoste gridino per emergere, ma anche quante paure si nascondano e ci impediscano di esprimere quello che realmente siamo, nel bene come nel male, mettendoci perciò di fronte alla nostra metà oscura, quella che ognuno di noi possiede e che tentiamo di addomesticare quanto più possibile, ma che è sempre lì, ingabbiata, incatenata nel punto più nascosto e difeso, ma presente e che ci pungolerà sino al nostro ultimo respiro.
Le figure dipinte sembrano uscite da racconti fiabeschi, da leggende che legano l’inconscio collettivo e ci trasportano nell’universo fisico come in quello temporale, riportandoci all’infanzia e ai suoi giochi, ai suoi racconti, ai suoi misteri, alle sue avventure, perché quando si è bambini ogni giorno rappresenta un’avventura e una scoperta: come una notte di caccia alle rane; come una partita a calcetto in un prato, quasi fosse una moderna giostra cavalleresca in cui i giovani si sfidano.
Sagome che paiono soldatini di latta, arlecchini, elfi si trasformano in guide verso altri mondi: davvero questi sono fuori di noi, o noi ne siamo gli artefici? Davvero ciò che vediamo è l’unico cosmo esistente o ci sono alternative straordinarie di cui non siamo a conoscenza?
Forse passeggiando e osservando la natura, che con così tanta, sincera, ammirazione Pavel ritrae, si può arrivare ad avere la percezione di quanto in realtà ci sia da scoprire, non solo da bambini, ma in ogni istante della nostra vita, apparentemente limitata e invece ricchissima e, attraverso questa, arrivare a comprendere anche la parte di noi stessi che non ascoltiamo mai, di cui neghiamo o non conosciamo l’esistenza, così come non conosciamo l’esistenza di altri universi, altri sistemi solari, altri pianeti, altre città, altre vite, altre possibilità di un destino che ancora non è scritto e che potremmo avere, se solo sospettassimo di poterlo realizzare.
Pavel ci indica che c’è qualcosa oltre ciò che vediamo e si è spesso identificato con Don Chisciotte, ma questa volta si è tramutato in Amleto e ci avverte: “Ci son più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia”.

Stefania Ferrari

mercoledì 7 novembre 2018

Sinestesie fluide


SINESTESIE FLUIDE


Opere di
ARIANNA FAIELLA


Flussi - tecnica mista 100 x 100 


I colori fluiscono, determinando sensazioni policrome.
Forme indistinte si alternano, suscitando emozioni che scaturiscono dal subcosciente, portando la mente ad un livello superiore di percezione. La realtà non ha più confini e si dipana lungo una linea atemporale, lungo la quale tutto è possibile: sogno e materia si allacciano, creando nuovi orizzonti multisensoriali, trascinando in un turbine di inesplorate esperienze.


10 NOVEMBRE – 2 DICEMBRE 2018


A cura di Stefania Ferrari

Spazi espositivi TRATTORIA SIPARIO

Viale Allegri 1/a, Reggio Emilia

Apertura: tutti i giorni 12 – 14.30, 19 –23

info: igiardinidiafrodisia@gmail.com

mercoledì 10 ottobre 2018

Donne in Odissea


DONNE IN ODISSEA

Opere di

ROSARIO SCACCIANOCE

PENELOPE


Penelope, Nausicaa, Circe, le Sirene, Calipso.

Odisseo non sarebbe mai tornato ad essere il re di Itaca senza il loro 

appoggio. L'importanza di queste donne, che vivono da millenni 

all'interno di uno dei miti più famosi dell'antichità, espresso in una 

serie di ritratti che ne rievocano il fascino, unito a quel potere che ha 

permesso all'uomo “dal multiforme ingegno” di sopravvivere e di far 

ritorno a casa. Da quella sovrana che difese con astuzia e coraggio, sola

 e incorruttibile, le sorti del suo regno.


13 OTTOBRE – 4 NOVEMBRE 2018


INAUGURAZIONE 13 OTTOBRE ORE 17

A cura di Stefania Ferrari

Spazi espositivi TRATTORIA SIPARIO


Viale Allegri 1/a, Reggio Emilia

Apertura: tutti i giorni 12 – 14.30, 19 –23



info: igiardinidiafrodisia@gmail.com

giovedì 20 aprile 2017

IMMAGINA

IMMAGINA

Selezione di opere di

ROSARIO SCACCIANOCE





Volti noti, ritratti con pennellate impressioniste che li rivelano attraverso vibrazioni quasi tattili. Non tanto la forma, quanto la reale sostanza emerge grazie a colori spesso decisi, senza tentennamenti, immediati, che suggeriscono una certa impulsività artistica, che rende queste tele opere difficilmente replicabili, tanta è la personalità dell'autore intrisa e mischiata ai pigmenti. Allo stesso modo, anche i disegni sono analisi personali del soggetto da ritrarre, non cercando la perfetta somiglianza esteriore, ma la similitudine dell'anima.

21 APRILE – 21 MAGGIO 2017

A cura di Stefania Ferrari

Spazi espositivi TRATTORIA SIPARIO
Viale Allegri 1/a, Reggio Emilia

Apertura: tutti i giorni 12 – 14.30, 19 –23


info: igiardinidiafrodisia@gmail.com

venerdì 10 febbraio 2017

dIstoRsIonI - (Diversi punti di Svista)


dIstoRsIonI 

(Diversi punti di Svista)


Personale di

ELISA BRAGLIA

A cura di Stefania Ferrari



Panorami e figure che sembrano noti, ma che arrivano distanti, come nei sogni. Attraverso distorsioni spazio-temporali, ecco giungere alla vista illusioni di certezza camuffate da certezza di illusione, in un gioco di linee e curve che ammiccano alla ragione, affascinandola con inganni di prospettive contorte. Tra tecnica e ironia, una mostra che lascia aperte le porte di ogni percezione,

11 FEBBRAIO – 5 MARZO 2017


C'è un solo modo di percepire la realtà? Apparentemente, sì.
Eppure tutto quello che noi vediamo, o crediamo di vedere, è solo una interpretazione, una codifica del nostro cervello, per permetterci di avere comprensione di ciò che ci circonda. Il che significa che le cose non sono “effettivamente” così, ma semplicemente, che a noi “sembrano” essere così.

Ecco quindi che si aprono numerose possibilità interpretative del reale e la curiosità, la volontà di scoprirle, sono sempre state insite nella natura umana. In aiuto per poter rivelare, a volte sperimentare, queste altre possibilità, sono via via intervenute la scienza in generale, la chimica, la medicina, la psicologia, la psichiatria e prima ancora, nei tempi più remoti, la magia e lo sciamanesimo.

In questo caso, il mezzo che abbiamo disponibile, è l'arte.
Grazie ad essa possiamo indagare, con l'immaginazione e la tecnica visiva, cosa accadrebbe se...
Elisa Braglia, con uno studio sulle distorsioni d'immagine durato alcuni anni, ha intrapreso un percorso non facile, aprendo nuove prospettive, nel vero senso della parola, di quello che ci circonda.
Non fermandosi alla forma “naturale” di cose, persone e oggetti, ha deciso di andare oltre, incamminandosi lungo un sentiero che l'ha portata a una interpretazione estremamente profonda, apparentemente illusoria, ma estremamente reale, di ciò che ha deciso di ritrarre.

Avvalendosi di varie tecniche, come la matita, l'inchiostro, l'acrilico, ci mostra le varie espressioni di uno stesso soggetto, partendo dall'immagine che si presenta all'occhio, per giungere a quella che potrebbe presentarsi ad una mente che abbia spezzato i legami con la logica e l'apparenza, perché di questa si tratta, della realtà tangibile.
L'immagine principale, quella di partenza, è facilmente interpretabile: l'occhio non ha difficoltà a isolarne ogni elemento; eppure, via via che la deformazione diviene più forte, è necessario avvicinarsi fisicamente all'opera per riconoscerne le varie parti, ma allontanarsi dalle leggi fisiche conosciute per poter comprendere l'insieme.

Ecco perché abbiamo chiamato questa mostra anche “Diversi punti di Svista”: perché la vista è limitata, statica, incredibilmente ingannevole.
Ma la mente può essere libera, infinita, divertente, saggia se le daremo la possibilità di spaziare oltre i confini che la nostra natura le ha imposto.
Elisa Braglia ci ha fornito, con la sua interpretazione aperta della realtà, la chiave per aprire nuove porte percettive, grazie ad una grande abilità tecnica e alla volontà di non ritrarre semplicemente il reale, così com'è, secondo la verosimiglianza data dagli occhi, ma come potrebbe essere, come probabilmente è, secondo una libera associazione della mente, che può spaziare all'infinito, in ogni realtà possibile.


(Stefania Ferrari)


INAUGURAZIONE 11 FEBBRAIO ore 17,30

Spazi espositivi TRATTORIA SIPARIO

Viale Allegri 1/a, Reggio Emilia

Apertura: tutti i giorni 12 – 14.30, 19 –23


info: igiardinidiafrodisia@gmail.com

lunedì 17 ottobre 2016

IL MONDO VISTO DAGLI OCCHI DELLE DONNE


WOMEN'S EYES

IL MONDO NEGLI OCCHI DELLE DONNE

Personale di

SABRINA VERONESE




Gli occhi delle donne vedono anche ciò che il solo cuore percepisce. Dietro solitudine o speranza, amore o abbandono, passato e futuro diventano uno, donando una visione della realtà mediata dal sentimento: ampia, aperta, coinvolgente e comprensiva. Se davvero l'essenziale è invisibile agli occhi, forse quelli delle donne sono in grado di andare appena oltre il visibile, riuscendo a sfiorare la sostanza del mondo.

a cura di Stefania Ferrari

22 OTTOBRE – 27 NOVEMBRE 2016


INAUGURAZIONE E INCONTRO CON L'ARTISTA 

22 OTTOBRE ORE 17,30


Spazi espositivi TRATTORIA SIPARIO

Viale Allegri 1/a, Reggio Emilia

Apertura: tutti i giorni 12 – 14.30, 19 –23


info: igiardinidiafrodisia@gmail.com



La mostra di Sabrina è personale, non solo nel senso di esposizione di una sola artista, ma anche con il significato di esposizione del proprio sentire più profondo.
Il titolo che ha dato a questa sua serie di dipinti, Women's eyes, ovvero gli occhi delle donne, è emblematico riguardo le finalità dell'intera produzione: offrire una visione del mondo mediato dallo sguardo femminile e del suo particolare modo di interpretare gli avvenimenti, i rapporti tra le persone, le storie di vita.
Tutte le sue tele hanno per protagonista una donna, vista nelle sue diverse sfaccettature, osservata ma anche osservatrice, grazie a sguardi profondi che ammaliano e inducono all'introspezione.



Sabrina Veronese richiama le donne ad una consapevolezza più profonda, ad un recupero delle proprie peculiarità, così importanti, ma così dimenticate.
A questo proposito ha scelto di ritrarre, con particolare passione, la loba, la lupa, la donna selvaggia, colei che non ha paura di riappropriarsi delle proprie origini e raccontata nel libro Donne che corrono coi lupi, della Pincola Estes, in cui, partendo dalle favole raccontate nella loro versione originale e non edulcorate e rimaneggiate prima dai fratelli Grimm da Disney poi, rivela il reale ruolo della femminilità nella cultura antica e nell'educazione delle bambine, per renderle donne complete e indipendenti a qualunque potere, padrone del proprio corpo, della propria volontà e quindi del proprio destino.





Tutte le donne che guardiamo nei suoi quadri, non sono vittime, sono pienamente consce di possedere una personalità capace di trattare il mondo e l'umanità tutta con dolcezza infinita, di amare con profonda passione e dedizione, sostenute però da un animo che è uno stelo d'acciaio, sottile eppure incapace di spezzarsi. Eleganti giunchi che affrontano tempeste e avversità piegandosi sino a terra, che sembrerebbero sconfitte, ma si rialzeranno sempre, mai dome, mai vinte.
I loro ritratti rimandano a femminilità ideali eppure terrene, nelle espressioni dei visi si leggono la volontà di realizzazione così come la ricerca dell'amore, elemento indispensabile per la completezza della persona, uomo o donna che sia. Queste donne non dimenticano l'istinto selvaggio, quella parte maschile di ognuna sempre alla ricerca di quella naturale parte femminile, nascosta eppure presente, in ogni uomo, per formare finalmente un tutto capace di collaborazione, sostegno, cammino condiviso.
Attraverso gli occhi di queste donne, e quindi dei suoi stessi occhi, Sabrina Veronese ci offre un mondo tinto di rosa, non perché esso sia buono e dolce, perché tutti sappiamo bene che non lo è, ma di un rosa associato al femminino immortale, quello che sostiene la sofferenza, quello che si dedica alla cura, quello che ama incondizionatamente anche quando riamato non è.






Lo sguardo forte, spesso seducente, delle figure femminili di Sabrina, potrebbe trarre in inganno, lasciando credere di essere di fronte a protagoniste che utilizzano esclusivamente la bellezza per ottenere potere e attenzione, ma a questa conclusione giungerà solo chi sarà incapace di una osservazione più attenta, perché da quegli occhi traspaiono vite e amori, abbandoni, sogni infranti e speranze come gioie e realizzazioni, ottenute però con la fatica dell'anima d'acciaio che appunto possiedono le donne selvagge di Sabrina, che si legano a qualcuno non per necessità, ma per libera scelta, che amano senza nulla chiedere in cambio, che scelgono anche la solitudine per riscoprire il proprio intimo valore, che dona un immenso potere, che porta al rispetto e all'amore di sé, alla coscienza dell'essere, quel potere che spesso, quando incontriamo una di loro, ci fa scoprire un misterioso, profondo, multiforme e infinito mondo che traspare dagli occhi delle donne.

(Stefania Ferrari)





domenica 1 maggio 2016

ARTE E CULTURA FUORI DAGLI SCHEMI -



I week end nei Giardini di Afrodisia

Grande fermento in Reggio Emilia, in cui poliedriche e cosmopolite personalità artistiche seguono un filo che guida lungo un percorso estemporaneo di eventi, slegati tra loro e di diverso genere, che tuttavia contribuiscono a rendere vitale una cittadina in cui i nomi dei creativi si ripetono ormai da decenni.
Approfittando di spazi espositivi non istituzionali e fuori dagli schemi, sull'onda già iniziata da parecchio tempo negli Stati Uniti e nelle capitali europee più dinamiche, pittori, scultori, fotografi, scrittori, attori, performer praticamente ogni week end inaugurano mostre e esibizioni all'interno di locali che accolgono pubblico non specializzato, ma numericamente molto rilevante, creando un circuito virtuoso in cui la cultura viene portata al fruitore che, uscendo da bar, ristoranti, caffetterie, parchi e giardini, porterà a sua volta cultura tramite il passaparola o le condivisioni in rete.
Ancora non apprezzata dalla maggioranza degli artisti vecchio stile, che amano appoggiarsi a gallerie o sedicenti tali spesso dietro molto salato obolo, i più lungimiranti, non solo esordienti ma anche di già affermato nome, comprendono la possibilità di avere un vastissimo pubblico che giornalmente ha la facoltà di apprezzare, gratuitamente e senza spostarsi dal luogo in cui solitamente fa colazione o aperitivo, opere di varia qualità, stile, tecnica che più o meno mensilmente si rinnovano con altre mostre di altri autori.
L'arte fine a se stessa serve davvero a poco, mentre portata nei luoghi di aggregazione, anche non deputati ad esposizioni, potrebbe scalfire qualche animo votato solo a reality e talent, aprirgli nuovi orizzonti e, quindi, aprire anche la mente, condicio sine qua non è possibile cambiare le carte in tavola quando la mano promette male, proprio come per molti in questo periodo.
I Giardini di Afrodisia, che dal 2012 ad oggi ha collaborato all'organizzazione di oltre settanta eventi artistici e culturali, contribuisce assai spesso nel rendere appetibili i fine settimana creativi e anche in questo ultimo mese sono diversi gli eventi in chiusura e apertura, come ad esempio la prestigiosa collettiva Lo strappo di Penelope (8 Infinito) terminata il 30 aprile dopo due mesi di esposizione all'Hotel Astoria-Mercure e che ha visto diciassette artisti interpretare la vita di altrettante donne coraggiose, avendo un riscontro mediatico e di pubblico a livello oltre che nazionale. 
http://igiardinidiafrodisia.blogspot.it/2016/02/lo-strappo-di-penelope-8infinito.html




Oppure la più tradizionale mostra pittorica Emozioni con l'acqua di Piero Vezzani, presso Trattoria Sipario e prorogata sino al 6 maggio, in cui acquerelli delicati ritraggono scorci della città e panorami delle colline davvero carichi di emozioni.
In chiusura ai primi di maggio anche una personale fotografica di Giancarlo Bonacini, presso Max Cafè, che con Flores diversi sumus ritrae fiori come fossero persone, sottolineando come l'unicità renda possibile il confronto e quindi la crescita della comunità.
Inaugurata invece il 30 aprile la bipersonale Attenti a quei due – Movimenti d'Arte, di Ferruccio Mirandola e Oscar Luca Taddei, con grande affluenza di pubblico per la vernice presso il locale ospitante, il Cafè Bistrò del Centro Simonazzi.
In partenza la personale fotografica di Cinzia Bianchi Viaggio lento sulla Ss9, all'interno del Circuito Off di Fotografia Europea, che inaugurerà il 7 maggio alle 18 alla Torrefazione H223, mostrando il percorso dal punto di vista di due chiocciole.













Sempre per il circuito Off, la personale fotografica intitolata Divertimentificio Emilia- Fotostorie di vecchie discoteche ad opera di Massimo Tassi, prenderà il posto degli acquerelli di Vezzani a Trattoria Sipario, a partire dal 7 maggio, mostrando il com'era com'è dei tanti locali da ballo che hanno punteggiato la storia del divertimento lungo la via Emilia.

martedì 29 marzo 2016

EMOZIONI CON L'ACQUA Mostra personale di PIERO VEZZANI



EMOZIONI CON L'ACQUA

Mostra personale di

PIERO VEZZANI

a cura di Stefania Ferrari


2 APRILE – 1 MAGGIO 2016

Incontro con l'artista sabato 9 aprile ore 18






La delicatezza e la grazia dell'acquerello dominano le opere di questo pittore, che dipinge mirabili vedute con freschezza e capacità. Emozioni in cui l'acqua, elemento duttile e mutevole, diviene essenza d'arte per esprimere stati d'animo che si sciolgono in ricordi e nostalgia, liquefacendosi tra colori tramutati in forme tremule e sognanti, iride di pensieri che si inseguono in punta di pennello.






Vedute di Reggio Emilia, ma non solo, in una serie di acquerelli che rende omaggio alla città e ai suoi scorci, carichi di storia e di vita vissuta.
L'acqua, elemento centrale delle opere, l'acqua mutevole, mai uguale a se stessa, che prende la forma di ciò che la contiene, ecco che in questo caso si rende immagine: non è contenuta, ma è parte determinante della forma d'arte.
Piero Vezzani utilizza la trasparenza e la cromia per manifestare in modo tangibile un ricordo o un'emozione, spesso interpretata al momento, in modo estemporaneo, da vero artista e come in passato, prima dell'avvento della tecnologia e persino della fotografia.
I suoi concetti tremuli e affascinanti possiedono una nota poetica che solo chi padroneggia perfettamente questa tecnica, tutt'altro che semplice, riesce a imprimere.
I dipinti rimandano a giornate soleggiate al mercato, a passeggiate tra i vicoli, come a gite in campagna o al lago.
Sono sfumature rubate alla veridicità del creato, alla luce che filtra tra i caseggiati, al sole che tramonta tra le colline e inonda di dorate trasparenze valli e pendii. Nelle pennellate intrise di liquida armonia, si percepisce la chiarezza di intenti, la semplice sicurezza del gesto che esegue la forma, lo sguardo sicuro sul soggetto da ritrarre.
Persino le sue vedute di Venezia non somigliano a dépliant per turisti in vena di foto ricordo davanti ai monumenti, ma sono immagini dotate di un'anima che si riflette nell'acqua, contenuta nella laguna e nei colori utilizzati per dipingerne l'aspetto.
L'acqua dunque è specchio, non può mentire. Ciò che si vede è ciò che è, ma è allo stesso tempo ciò che il pittore prova mentre dipinge.
L'acqua quindi è anche specchio della sua anima, perché è quello che vedono i suoi occhi, nella soluzione di un logico sillogismo.
In uno straordinario gioco di rimandi, pensiero e arte si confondono, conferendo all'opera una sorta di filosofica immaginazione, una via verso un assoluto che è possibile raggiungere in un istante perfetto, immutabile, eterno eppure ripetibile, ogni volta che ci si immerga nel quadro.
E di immersione appunto si tratta, poiché la sensazione di tornare in una liquida origine è totale e totalizzante. E' un'esperienza che distoglie dal qui e ora per trasportare nel per sempre, in una dimensione parallela fatta di colori che l'emozione rende più vividi.
Piacevoli e dolci sono gli acquerelli di Piero Vezzani che, grazie all'elemento più semplice, più puro della natura e indispensabile alla vita, con grande capacità realizza opere di sognante realtà.

Stefania Ferrari



TRATTORIA SIPARIO

Via Allegri, 1/a Reggio Emilia

Dal lunedì alla domenica 12.00 -14.30 e 19.00 – 23.00

Info: igiardinidiafrodisia@gmail.com




Inaugurazione della mostra. Da sin. Marco Zarattini, il pittore Piero Vezzani e Stefania Ferrari














giovedì 14 gennaio 2016

IL CUORE E L'ACCIAIO - Trilogia Reparto Avio Reggiane - Episodio 2

IL CUORE E L'ACCIAIO

Il sudore diventa pittura, l'acciaio si trasforma in tela. La memoria dei 12mila operai che negli anni '30 e '40 lavoravano alle OFFICINE REGGIANE DIVENTA UNA MOSTRA D'ARTE.
Prevista a REGGIO EMILIA dal 19 GENNAIO (sino al 28 febbraio) negli spazi espositivi del Sipario (viale Allegri 1/a, centro storico), è organizzata dall'associazione YORICK per la Cultura, che ha previsto un incottro con gli artisti sabato 27 febbraio alle 17.
Parlerà del tempo in cui negli stabilimenti dell'azienda - anni 30' e '40 - venivano fabbricati aerei all'avanguardia.
E' intitolata “Trilogia Reparto Avio Reggiane. IL CUORE E L'ACCIAIO. Episodio 2”. Segue l'analoga esperienza sempre di Yorick del 2014, nell'aula magna della locale università.



Il nostro progetto di raccontare le Officine Reggiane con la PITTURA E' INIZIATO QUALCHE ANNO FA, poi ha avuto una prima tappa concreta nel 2014 con la mostra di Marco ARDUINI all'università di Modena e Reggio anche grazie ad altre realtà culturali sensibili all'argomento, tra cui c'era l'Archivio digitale Reggiane dell' UniMoRe”, spiega Dario TEDESCHI di Yorick. “ORA siamo arrivati al SECONDO APPUNTAMENTO dei tre previsti, che si basa sulle TESTIMONIANZE degli EX DIPENDENTI, sulle documentazioni e sulla ricerca artistica dei creativi, protagonisti di questo percorso che abbiamo voluto ampliare”.



Sono stati interpellati i CREATIVI, per evidenziare come l'IMMAGINARIO sia stato colpito da quella esperienza industriale, da temi come il volo e la sperimentazione applicata alla tecnica”, continua Tedeschi.
Nell'esposizione trova spazio una produzione di MODA che ammicca alle AVANGUARDIE ARTISTICHE del '900. E' una CRAVATTA IN METALLO realizzata con parti di AEREO provenienti dal reparto che produceva i caccia. Un oggetto FASHION unico e NEOFUTURISTA. Una rarità per COLLEZIONISTI. Il materiale di recupero è stato fornito dai congiunti di un ex dipendente che lavorava nel reparto dei caccia Re2000 nel periodo bellico.
I temi affrontati con la pittura sono tanti.
Ad es. l'esperienza INDUSTRIALE, l'aspetto SOCIALE, la devastazione portata dalla GUERRA, i rapporti tra LAVORATORI. Altro argomenti detti COLORI E PENNELLI, i ritrovamenti negli abissi dei rari velivoli prodotti a Reggio Emilia.
C'è chi ha detto l'argomento con le nuvole parlanti, immaginando gli stabilimenti animati dai personaggi dei FUMETTI.



Ecco i CREATIVI che colorano il percorso culturale di Yorick: Pietro AMENDOLA, Marco ARDUINI, Alessandro BANI, Lorenzo BASSI, Franco BONETTI, Massimo CANUTI, Greta CATELLANI, Errico CHIARI, Marco CIGNI, Giancarlo DAVOLI, Silla DAVOLI, Nicla FERRARI, Stefano GRASSELLI, Leonardo Marcello GRASSI, Maria Cristina MARTINELLI, Cristian MORLINI, Beatrice RIVA, Rosario SANTAMARIA, Silvano SCOLARI, Corrado TAMBURINI. Tanti stili, tante idee per risultati originali. E un modo diverso per raccontare le Officine Reggiane.
Al termine ci sarà una MEMORIA concreta dell'iniziativa (come già per "Progetto mistero: X-Files reggiani").
Cioè un LIBRO per fissare l'evento, che vuole essere un apporto alla divulgazione dell'argomento Officine Reggiane. Con interventi di Gino BEDESCHI, Michele BECCHI, Stefania FERRARI, Andrea FIORI, Alberto GREGORI, Rodolfo PETTAZZONI, Adriano RIATTI, Massimo TASSI, Matteo ZANICHELLI e altri ancora.
Per INFO: yorickfantasy@yahoo.com