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lunedì 24 ottobre 2016

Diu al ghè - L’origine de la vie - Mostra di scultura erotica



Diu al ghè - L'origine de la vie

Mostra di scultura erotica






Dal 20 ottobre al 17 dicembre 2016

Centro d’Arte “Medardo Rosso”

via Firenze, 3 - Montecavolo (RE)



INAUGURAZIONE SABATO 29 OTTOBRE ORE 16,30



Intervengono e illustrano le opere i critici d'arte Alfredo Gianolio e Stefania Ferrari.
Lettura teatrale di Claudio Bedocchi Giuseppe Ombrini: la letteratura erotica italiana nei testi di Elsa Morante, Alberto Moravia e Pier Vittorio Tondelli.


L'eros come forza motrice, creatrice e istinto ludico, sacra unione e profana passione, partendo dalle rappresentazioni più concettuali per giungere a quelle simboliche, allusive, esplicite e umoristicamente provocatorie.
Quindici scultori, Remo Delmonte, Loredana Del Rio, Annalisa Fanfoni, Carla Fontanesi, Gral, Giovanni Laurent Cossu, Graziella Monari, Vasco Montecchi, Giordano Montorsi, Mario Pavesi, Giorgio Romani, Michele Sassi, Giovanni Tamburelli, Wal e Angelo Zani, hanno deciso di indagare tutte le sfaccettature dell'eros, riunendo in una esposizione opere che raccontano di Eva e Adamo dopo il morso al frutto dell'albero proibito, pienamente coscienti della propria sessualità, e di di quella dell'altro, scoprendosi sorpresi, curiosi, attratti e inebriati dall'insondabile enigma del desiderio e del possesso, dell'amore che cerca il corpo, dell'anima che anela i sensi.
Attraverso l'arte, narratrice libera, eterna e universale, immune alla mutevole babele linguistica, viene narrato il mistero di quella scintilla bramosa che spinge il due a ritornare uno in una spirale di estatici incastri, per mezzo della seduzione consapevole del corpo, grazie al linguaggio fascinoso delle forme e a un po' di ironia, per sdrammatizzare l'intimo più profondo.
Questi gli ingredienti della mostra che, in quanto tale, nulla nasconde e tutto svela, senza moralistici orpelli, seguendo il ritmo di un affannoso sospiro.

(Stefania Ferrari)

martedì 20 settembre 2016

"TESTA DEL DIAVOLO": SCULTURA CELTICA?


"TESTA DEL DIAVOLO": 

MISTERO CELTICO?

Antica scultura apre il dibattito




Ha un nome che mette i brividi e si rivela come un mistero la cui soluzione potrebbe catapultarci sino agli abissi del tempo, alle usanze degli antichi abitanti dell'Appennino Tosco-Emiliano.
Viene chiamata la “TESTA DEL DIAVOLO" e secondo gli studiosi si tratta di una scultura molto antica. Si trova a Crovara, piccola località nel territorio di Vetto (Reggio Emilia), sulle montagne che dominano il torrente Enza.
Un enigma di pietra che ammicca a lato degli scalini della chiesa di San Giorgio, a ridosso di una rupe che conserva i resti di un castello medievale, luogo frequentato da escursionisti e gitanti.
Solo i più attenti notano però la strana figura che ha attirato l'attenzione degli studiosi, per aprire un clamoroso scenario storico.
E' sicuramente molto antica, forse risale a duemila anni fa, realizzata dalle popolazioni che abitavano la zona appenninica di cui parla anche Tito Livio, potrebbe essere un retaggio delle teste che facevano LIGURI e CELTI”, rivela Adolfo Zannoni, esperto di simbolismo delle religioni antiche.
La scultura rappresenta un volto, scolpito nella pietra arenaria. Sembra fissarci, magnetico. Spostandoci, pare che strizzi un occhio, ammiccando. La bocca sembra contorta in una smorfia. Forse si tratta di uno scherzo dell'immaginazione o dell'intensa luce di un pomeriggio estivo. O forse dell'abilità dello sconosciuto artista.
Però potrebbe anche risalire all'inizio del medioevo, realizzata dai montanari che guardavano a quelle sculture a forma di testa che erano ancora presenti nella zona”, aggiunge Zannoni, portandoci a spasso nel tempo.
La “TESTA DEL DIAVOLO” non era inserita nella chiesa. E' stata collocata negli anni '70, quando il parroco di allora l'ha trovata nella vicina area della Rocca. La tradizione la considera “apotropaica”, allontanerebbe gli influssi negativi. Il nome popolare potrebbe derivare dalle orecchie molto marcate, che ricordano le corna di un demone o di una divinità.
C'è chi parla di CERUMNO, che per i Celti aveva sembianze umane e corna di cervo al posto delle orecchie.
Le ipotesi sono varie e suggestive, con una certezza: è antichissima. E necessita di essere preservata dagli agenti atmosferici, destinati a sgretolare l'arenaria, con il rischio che questa testimonianza sulle antiche genti vada perduta.
Testo di Massimo TASSI, proposto in forma sensibilmente diversa anche dal quotidiano Il Resto del Carlino-Carlino Reggio.

Come spesso accade, anche I Giardini di Afrodisia erano presenti grazie alla partecipazione della nostra inviata Stefania Ferrari, all'interno della spedizione esplorativa, guidata appunto da Massimo Tassi.

giovedì 11 agosto 2016

SCOLPIRE UNA VALLE

OTTAVO SIMPOSIO DI SCULTURA 
IN VAL DI CEMBRA

Anche quest'anno I Giardini di Afrodisia hanno partecipato in qualità di curiosi a questo evento estivo che si tiene annualmente a Cembra, deliziosa cittadina dell'omonima valle.
Girovagando tra le diverse postazioni degli scultori, abbiamo visto il nascere di armoniose figure che sembravano liberarsi via via dell'involucro ligneo, per prendere vita tra i profumi della natura. 
Artisti dello scalpello provenienti da tutta Italia e anche oltre confine si sono misurati con il tema, 'Scolpire una valle', scelto per questa originale tenzone artistica.
Tra chiacchiere e curiosità, anche questa edizione è stata apprezzabile per il livello tecnico e la fantasia dei partecipanti.
Da sottolineare, inoltre, anche una personale fotografica di Paul Crespel, intitolata 'Street Photography', situata in una location veramente originale (e molto fresca, il che con il caldo esterno non guastava affatto): una vecchia cantina, molto ampia e con una inconsueta ma efficace, anche dal punto di vista coreografico, illuminazione.
Notevoli gli scatti, che hanno immortalato momenti e volti di strada.



Da Padova, Aldo Pallaro. La sua scultura, con intagli ben calibrati, gioca con la luce creando curiosi effetti.

da Trecchina (PZ) Jessica Ielpo e la sua opera nascente







Silvano Ferretti, proveniente da Chatillon, al lavoro

Visitatori incuriositi dall'opera di Silvano Ferretti



lunedì 14 luglio 2014

VI SIMPOSIO DI SCULTURA SU LEGNO A CEMBRA

Dove c'è arte, ci sono I Giardini di Afrodisia: a Cembra, in occasione del VI Simposio di scultura su legno che si è tenuto dal 30 giugno al 6 luglio, abbiamo gironzolato tra le postazioni di lavoro dei tredici artisti partecipanti osservando, chiacchierando e apprezzando questa perizia antica quanto contemporanea, che unisce arte e natura, abilità e bellezza, fantasia e tecnica.
Di grande interesse e curiosità l'osservare il nascere di una figura, armoniosa e definita, da un tronco di cirmolo, amabilmente disquisendo di arte con gli scultori, provenienti da tutta Italia ma non solo.

Padre Gianni Bordin, frate cappuccino proveniente da Adria (RO), all'inizio del suo lavoro. 

Gli splendidi bozzetti preparatori di Roberta Bechis, da Montjovet (AO)


Roberta Bechis applica un po' di colore per dare maggiore intensità al volto dell'opera

Paolo Figar, proveniente da Gorizia, si intrattiene con noi in amabile conversazione, illustrando il suo progetto e il personaggio che l'ha ispirato: il Barone Rosso.
L'opera, quasi ultimata, di Silvano Ferretti da Chatillon (AO), che si è a lungo intrattenuto con noi, discutendo di arte, storia e... musica dei Nomadi, di cui è grandissimo fan sin dagli albori della band emiliana.

Imma Garcia Arribas proviene invece da Riaza, Segovia, cittadina della Spagna. Sta ultimando il suo lavoro, di cui si nota il bozzetto alle sue spalle, con una piccola assistente.