martedì 20 settembre 2016

"TESTA DEL DIAVOLO": SCULTURA CELTICA?


"TESTA DEL DIAVOLO": 

MISTERO CELTICO?

Antica scultura apre il dibattito




Ha un nome che mette i brividi e si rivela come un mistero la cui soluzione potrebbe catapultarci sino agli abissi del tempo, alle usanze degli antichi abitanti dell'Appennino Tosco-Emiliano.
Viene chiamata la “TESTA DEL DIAVOLO" e secondo gli studiosi si tratta di una scultura molto antica. Si trova a Crovara, piccola località nel territorio di Vetto (Reggio Emilia), sulle montagne che dominano il torrente Enza.
Un enigma di pietra che ammicca a lato degli scalini della chiesa di San Giorgio, a ridosso di una rupe che conserva i resti di un castello medievale, luogo frequentato da escursionisti e gitanti.
Solo i più attenti notano però la strana figura che ha attirato l'attenzione degli studiosi, per aprire un clamoroso scenario storico.
E' sicuramente molto antica, forse risale a duemila anni fa, realizzata dalle popolazioni che abitavano la zona appenninica di cui parla anche Tito Livio, potrebbe essere un retaggio delle teste che facevano LIGURI e CELTI”, rivela Adolfo Zannoni, esperto di simbolismo delle religioni antiche.
La scultura rappresenta un volto, scolpito nella pietra arenaria. Sembra fissarci, magnetico. Spostandoci, pare che strizzi un occhio, ammiccando. La bocca sembra contorta in una smorfia. Forse si tratta di uno scherzo dell'immaginazione o dell'intensa luce di un pomeriggio estivo. O forse dell'abilità dello sconosciuto artista.
Però potrebbe anche risalire all'inizio del medioevo, realizzata dai montanari che guardavano a quelle sculture a forma di testa che erano ancora presenti nella zona”, aggiunge Zannoni, portandoci a spasso nel tempo.
La “TESTA DEL DIAVOLO” non era inserita nella chiesa. E' stata collocata negli anni '70, quando il parroco di allora l'ha trovata nella vicina area della Rocca. La tradizione la considera “apotropaica”, allontanerebbe gli influssi negativi. Il nome popolare potrebbe derivare dalle orecchie molto marcate, che ricordano le corna di un demone o di una divinità.
C'è chi parla di CERUMNO, che per i Celti aveva sembianze umane e corna di cervo al posto delle orecchie.
Le ipotesi sono varie e suggestive, con una certezza: è antichissima. E necessita di essere preservata dagli agenti atmosferici, destinati a sgretolare l'arenaria, con il rischio che questa testimonianza sulle antiche genti vada perduta.
Testo di Massimo TASSI, proposto in forma sensibilmente diversa anche dal quotidiano Il Resto del Carlino-Carlino Reggio.

Come spesso accade, anche I Giardini di Afrodisia erano presenti grazie alla partecipazione della nostra inviata Stefania Ferrari, all'interno della spedizione esplorativa, guidata appunto da Massimo Tassi.

lunedì 19 settembre 2016

TUTTO ESAURITO PER LA NOTTE DEL WEIRD


A TUTTO WEIRD

Una serata da brivido. E non perché si stia avvicinando l'autunno, ma per quella sottile lama di paura che attanaglia la nuca, quando di mezzo ci sono storie di treni che scompaiono nel nulla, diligenze fantasma e terribili maledizioni che incombono su antichi tumuli indiani.
Tutto questo e decisamente molto di più nella seconda edizione de “La notte del weird”, che come lo scorso anno si è presentata con un tutto esaurito di pubblico e di fan e un programma che ha indotto a guardarsi le spalle tornando a casa.

Pubblico fuori dalla Miskatonic, in attesa dell'apertura dell'evento


L'iniziativa, targata anche questa volta Miskatonic University e Yorick, si è tenuta domenica 18 settembre dalle 21 sino a notte inoltrata, terminando... di lunedì, presso la sede della libreria Miskatonic, in via Squadroni 10/a Reggio Emilia.
Il filo conduttore della serata è stato “Gotico Americano tra narrativa e fiction Tv”, sottolineando i numerosi richiami tra un filone narrativo riconducibile alla letteratura fantastica statunitense, soprattutto del sud, e alcune serie tv di grande successo, come “True Detective”, che ha rilanciato in tutto il mondo i nomi di grandi maestri del weird come Robert Chambers, Ambrose Bierce e Thomas Ligotti.
Ma la serata è stata anche dedicata agli ottant'anni dalla scomparsa del grandissimo Robert E. Howard, creatore non solo di Conan, ma di altri personaggi e scenari poco conosciuti al grande pubblico e che sono stati svelati durante l'evento, con vere "chicche" per collezionisti e estimatori.

Tutto esaurito e anche posti in piedi. serata di gran successo



I relatori che hanno animato la notte, sono stati Giulia Cigni, indagatrice del fantastico, che ha parlato dei romanzi noir di Joe Lansdale, autore texano che spesso affonda la penna nel noir e nell'immaginario, con omaggi a REH, ad es. con il fumetto, vedi "I piccioni dell'inferno", e ai B-movie horror.; Maico Morellini, narratore, esperto di cinema, vincitore del Premio Urania, si è soffermato invece sulla serie tv True Detective, riflettendo in particolare sui rimandi simbolici, i punti di contatto con la narrativa di Chambers e Bierce e l'opprimente atmosfera della Louisiana, restituita dalla prima stagione tv., mentre Massimo Tassi, giornalista, direttore di Yorick, vincitore del Premio Italia, ha presentato il lato horror di Robert Howard. tra vampiri, licantropi e cose senza nome, con particolare attenzione alla produzione narrativa ambientata nel Texas, sottolineando come buona parte delle opere di REH sia incline al brivido.

Giulia Cigni
Maico Morellini

Massimo Tassi


I collezionisti si son dati battaglia per poter acquistare rarità come "Vita privata di HPL" a cura di Claudio De Nardi (Reverdito), "Lovecraftiana" a cura di C. De Nardi (Yorick), "Skull-Face" di REH (Nord) e molte prelibatezze di Yorick dedicate allo scrittore di Cross Plains, tra cui numeri introvabili della rivista, taccuini della Saga di Robert Howard e altro ancora.
Per partecipare all'imperdibile appuntamento, molti appassionati son giunti da varie località, come Cesena, Mantova e Vignola, decidendo di trascorrere la notte a Reggio Emilia, vista anche l'ora tarda dei saluti tra "weirdfan". 
Da notare anche la presenza di personaggi attivi nella nuova editoria e nel mondo della cultura, tra cui Mauro Corradini di Vincent Books, mentre Stefania Ferrari è stata l'inviata nei mondi oscuri per noi de I Giardini di Afrodisia.
Brillante padrone di casa della Libreria  Miskatonic University, Andrea Gibertoni.


Andrea Gibertoni
Foto di gruppo per appassionati. Al centro, Massimo Tassi

giovedì 15 settembre 2016

LA NOTTE DEL WEIRD


UN INCONTRO NOTTURNO CHE METTE I...BRIVIDI

"La notte del weird" con Bob Howard, Joe Landsdale, True Detective





Domenica 18/9, un viaggio nel brivido tra narrativa e serie tv con:
LA NOTTE DEL WEIRD - Gotico americano, da Robert Howard a Joe Landsdale, passando per True Detective.
Iniziativa targata Miskatonic University & Yorick.
Ore 21, libreria Miskatonic University (via Squadroni 10/a, Reggio Emilia).
Un itinerario tra '900 e terzo millennio, in compagnia di linguaggi espressivi come narrativa e cinema, alla ricerca di una matrice comune dai contorni inquietanti. Un viaggio dagli intriganti rimandi culturali, vissuto sul sottile filo del mistero, che si spingerà sempre più nel sud degli Stati Uniti. Per parlare di enigmi che hanno le tinte del giallo, di credenze popolari, di fatti inspiegabili. E'...la Notte del Weird!
E i relatori?
Giulia CIGNI, giovane indagatrice del Fantastico, parlerà dei romanzi noir di Joe LANSDALE. Maico MORELLINI - narratore, esperto di cinema, vincitore del Premio Urania - si soffermerà sulla serie tv da brividi TRUE DETECTIVE, mentre Massimo TASSI (giornalista, direttore Yorick, vincitore del Premio Italia) presenterà il lato horror di Robert HOWARD, il "papà" di Conan.
Prenotazione posti a sedere: tel. 0522-1715765
Info: yorickfantasy@yahoo.com


3°CONCORSO DI PITTURA “MINIQUADRO”




PROGRAMMA:

SABATO 1 OTTOBRE

Ore 19,30: cena a € 10 con antipasto di salume e polenta fritta, risotto con crema di parmigiano e aceto balsamico, tortelli di zucca al lardo, ¼ di lambrusco, acqua.

Ore 21: commedia dialettale “No! Al dutor Carlino no!” 
della compagnia “La palanca sbusa” di Gualtieri

DOMENICA 2 OTTOBRE

Ore 17: camminata di Sandroun. Percorso breve non competitivo. Iscrizione € 2. Premio a estrazione per tutti. Partenza dal piazzale Hotel Gemmi

Ore 19,30 : cena di Sandrone a € 10 con stinco al forno, patate arrosto, calice di vino, acqua.

Durante la cena si terrà la premiazione del 3° concorso “Miniquadro”

La mostra resterà aperta tutto il mese di Settembre. 
Hotel Gemmi – via Marconi, 2 – Cadelbosco Sotto (RE) – tel: 0522 911226

mercoledì 31 agosto 2016

LE FAVOLE DI AZZURRA

LE FAVOLE DI AZZURRA

mostra personale di

ROBERTA VALDUCCI

a cura di Stefania Ferrari

Un nuovo naïf, tradotto attraverso l'immaginazione, dando corpo e forma ad animali fantastici immersi in una natura favolistica. Dolcezza e innocenza, reinterpretate in chiave moderna, illuminano di nuova luce uno stile popolare e unico che non segue le mode, ma si rinnova, narrando altri contemporanei orizzonti, senza tradire la forza iniziale del suo candore.




DAL 4 SETTEMBRE AL 1 OTTOBRE 2016

Inaugurazione domenica 4 settembre ore 11

Sala espositiva CAFFÈ DELLA GABELLA
Via Emilia S. Pietro, 73 - Reggio Emilia

dal lunedì al sabato dalle 7 alle 21- domenica dalle 8 alle 13


Info: igiardinidiafrodisia@gmail.com



Roberta Valducci segna un momento di rinnovamento per quanto riguarda lo stile naif, inserendo elementi del fantastico negli scenari classici di questa espressione pittorica, ben lontana dall'essersi esaurita col passare del tempo.
Scegliendo il nome d'arte di Azzurra la Naif, Roberta sottolinea la volontà di seguire le orme della corrente artistica dei candidi, rendendola più moderna e dandole una impronta ampiamente personale, che rende riconoscibili alla prima occhiata le sue opere.

Gli animali coloratissimi parlano dai suoi quadri, materici, tangibili, usciti da un mondo di fiaba che riporta nella sua più profonda accezione l'ingenuità e la dolcezza tipiche del naif, traghettandole da un contesto generalmente di campagna a quello della fantasia e dell'immaginario.
Non più dunque carri trainati da buoi, scene di vita contadina, covoni di fieno, ma in questa serie particolarmente, un avvicinamento ancora più intimo con gli elementi della natura, con gli animali del bosco, dei fiumi e dell'aria. Persino un drago, scaturito dalle pieghe del tempo e delle leggende, irrompe in suo personale paradiso mai perduto, mentre fatine e lepri trasformate in costellazioni convivono felicemente in questo universo parallelo, ideale, fantasioso, per portare gioia e speranza.







I colori intensi, netti, senza sfumature, ma accostati gli uni agli altri, formano incredibili tavolozze che non mancano di suscitare allegria e serenità in chi osservi le composizioni. Grandi fiori, pesci multicolori che sembrano solcare il cielo, civette tutt'altro che notturne ci guardano e ci sorridono, ricordandoci che la speranza si nutre non di grigio e fumo, ma di pigmenti rubati all'iride, di sorrisi e luce, di fantasia, ma soprattutto di spazi che la ragione non ritiene lecito abitare, ma che l'animo umano da sempre insegue e sogna, per non soccombere alla tristezza.
“Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia”, dice Amleto, sottolineando quanto alla limitata mente umana possa sfuggire, anche appoggiandosi alla filosofia.







Ma alla fantasia nulla viene precluso e tutto questo emerge dai quadri di Azzurra la Naif, che ripropone il candore anche dell'infanzia, quando credere in altri mondi, in altre possibilità, rendeva magico ogni istante di vita.
Roberta Valducci, che comunque si è dedicata anche al naif tradizionale, ha deciso di dare una svolta e percorrere un'altra via, sempre nel solco della visione dei candidi, ma andando oltre, creando nuovi universi in cui tutto è possibile, anche incontrare uccelli dal piumaggio fiorito che convivono con alate creature dei boschi, in cui nuovamente gareggiano la lepre e la tartaruga, ma secondo altre regole e in cui l'essere umano è solo spettatore e ancora non ha contaminato con la sua presenza questo eden immaginifico.

Roberta-Azzurra sono le due anime in una: l'artista che segue l'ispirazione della sua parte fantastica e innocente, che mai si è arresa e ancora sogna di un mondo ideale, dove qualunque realtà si può dipingere.


Stefania Ferrari



Roberta Valducci e Stefania Ferrari



Panoramica di una parte della mostra



Augusto Fantini, Roberta Valducci e Stefania Ferrari



Lo staff del Caffè della Gabella



Civette sull'albero



Sfizioso rinfresco inaugurale












martedì 23 agosto 2016

Visione di una Apocalisse - La tragedia del Vajont dipinta da Stefano Grasselli

Visione di una Apocalisse in mostra al castello

Sino al 28 agosto l'artista reggiano Stefano Grasselli espone le sue coinvolgenti opere al'interno della chiesta del castello di Sarzano di Casina  (RE). 
Tele di una assoluta intensità che interpretano una delle più gravi tragedie della storia italiana: la frana di una parte del monte Toc nell'invaso della diga del Vajont, nel 1963.



Profondamente colpito da bambino dalle parole di suo padre vigile del fuoco, che gli raccontò i fatti riportati dai colleghi che parteciparono alle operazioni di soccorso, l'autore ha operato in questi anni una ricerca personale riguardante quei terribili giorni tramite testimonianze e permanenza nei luoghi e ciò che ha raccolto si è concretizzato in questa esposizione.
"I ricordi risalgono alla mia infanzia", conferma l'artista. "La mia sensibilità ne rimase profondamente colpita e turbata e con il tempo è divenuta una sorta di tragica ossessione. Ricordo ancora, negli anni '70, una trasmissione televisiva riguardante quei fatti, in particolare una lenta e frontale ripresa della diga, inquadrata dalla parte esterna, rivolta verso Longarone. Un lungo, impressionante imbuto di cemento che sembrava non finire mai. La mia immaginazione corse subito a quell'immensa massa d'acqua che veniva tenuta ferma al di là dello sbarramento e cercavo di immedesimarmi nello stato d'animo degli abitanti, costretti a far fronte a una simile situazione. Poi le immagini di una tragedia impressionante non si cancellarono più dalla mia memoria, anche perché a provocare ciò fu, come spesso accade, l'assurda onnipotente presunzione umana. Una mostruosa massa d'acqua, roccia, fango, legna si è riversata sulla valle, spazzando via paesi abitati da gente semplice, che ne ha subito le conseguenze".



Morte e distruzione, dunque, causati da avidità e incuria nei confronti delle leggi naturali. Un ambiente che, prima del disastro, iniziava a dare segnali della calamità incombente: "Di recente, visionando filmati su youtube, uno mi ha colpito particolarmente: quello in cui un'anziana signora ricordava che, pochi giorni prima della tragedia, si notavano strani atteggiamenti da parte di alcuni animali, soprattutto caprioli, che stavano effettuando una inconsueta migrazione. Ma ciò che più mi ha colpito, è stato il racconto riguardante alcuni uccellini che mordevano la gabbia in cui erano rinchiusi".



Secondo la sua sensibilità di artista, ecco quindi nascere una serie di dipinti inquietanti eppure assai evocativi, in cui il terrore prende forma e la materia si fa morte, sotto le sembianze di animali feroci, in cui la frana diviene allungato cranio dalle orbite cave, in cui l'acqua, necessaria per la vita, qui diviene spietato strumento di morte.


giovedì 11 agosto 2016

SCOLPIRE UNA VALLE

OTTAVO SIMPOSIO DI SCULTURA 
IN VAL DI CEMBRA

Anche quest'anno I Giardini di Afrodisia hanno partecipato in qualità di curiosi a questo evento estivo che si tiene annualmente a Cembra, deliziosa cittadina dell'omonima valle.
Girovagando tra le diverse postazioni degli scultori, abbiamo visto il nascere di armoniose figure che sembravano liberarsi via via dell'involucro ligneo, per prendere vita tra i profumi della natura. 
Artisti dello scalpello provenienti da tutta Italia e anche oltre confine si sono misurati con il tema, 'Scolpire una valle', scelto per questa originale tenzone artistica.
Tra chiacchiere e curiosità, anche questa edizione è stata apprezzabile per il livello tecnico e la fantasia dei partecipanti.
Da sottolineare, inoltre, anche una personale fotografica di Paul Crespel, intitolata 'Street Photography', situata in una location veramente originale (e molto fresca, il che con il caldo esterno non guastava affatto): una vecchia cantina, molto ampia e con una inconsueta ma efficace, anche dal punto di vista coreografico, illuminazione.
Notevoli gli scatti, che hanno immortalato momenti e volti di strada.



Da Padova, Aldo Pallaro. La sua scultura, con intagli ben calibrati, gioca con la luce creando curiosi effetti.

da Trecchina (PZ) Jessica Ielpo e la sua opera nascente







Silvano Ferretti, proveniente da Chatillon, al lavoro

Visitatori incuriositi dall'opera di Silvano Ferretti