IL COLORE DELLA GENTE
personale fotografica di
Francesco Mercadante
a cura di
Stefania Ferrari
Stefania Ferrari
Eventi e commenti su arte, letteratura, cinema e quanto altro possa essere nutrimento per corpo e mente, per spirito e materia, senza dimenticare la fantasia, sovrana assoluta dei desideri.
IL COLORE DELLA GENTE
personale fotografica di
Francesco Mercadante
a cura di
Stefania Ferrari
Stefania Ferrari
scancherAzioni
personale artistica di
Luciano Lodesani (Lalo Lepido)
a cura di
Stefania Ferrari
Rêveries
personale pittorica di
Lisa Beneventi
A cura di
Stefania Ferrari
Rêveries. Le fantasticherie miste a ricordo che irrompono con chiarezza dopo un sogno e, come maree, trasportano a un livello superiore la coscienza.
Prendendo come modello ispiratore il movimento artistico Surrazionale, ovvero sovra-razionale e fondato dal filosofo francese Gaston Bachelard, Lisa Beneventi si rende artefice di viaggi nel profondo, attingendo tanto alle sue eccellenti capacità pittoriche, quanto a quelle di narratrice, unendo storie, romanzi e colori in un unico sentiero . Le sue tele sono simili a pagine sulle quali i pigmenti scivolano come parole, raccontando, in un linguaggio universale e tramite pennellate, quelle stesse esistenze racchiuse nei suoi ultimi lavori letterari.
La sua mostra personale, dal 17 Febbraio al 3 Marzo 2024 presso Arcus Artis GalleryLab in via dei Due Gobbbi, n. 2/c a Reggio Emilia, è intitolata appunto Rêveries e presenta opere che offrono un'esperienza totalmente immersiva, con composizioni astratte di rara potenza evocativa e di straordinaria bellezza, che si ispirano ai personaggi e alle situazioni presenti nei suoi romanzi più recenti.
Stefania Ferrari
VOLTI
personale di
NINA TVAURI
Dal 13 al 28 gennaio 2024
PROROGATA AL 3 FEBBRAIO
Amori, rivelazioni,
sogni, speranze, disincanto. Tutto è giocato su sguardi intensi ed enigmatici,
elemento nodale dei volti dipinti da Nina Tvauri, che immette nelle sue tele
esperienze di incontri e di vissuto. Alla sua prima mostra, l’artista inaugura
la sezione Artisti Emergenti di Arcus Artis GalleryLab, spazio creativo in via
dei Due Gobbi n. 2/c nel centro storico di Reggio Emilia.
Infinite esistenze si
susseguono come giorni, come anni, come visi di persone sfiorate per caso e che
svelano storie di passioni incandescenti o di avventure ai confini del mondo,
di giornate scandite da faticosi passi o di scoperte future.
Grazie a pennellate leggere, quasi stese da un’anima
diversa in uno stato di estasi creativa, Nina tratteggia presenze reali eppure
ermetiche, che sembrano velare segreti profondi dietro quei tratti volutamente
imperfetti, come imperfetta è l’essenza umana.
Un viaggio rituale tra
le latitudini, alla scoperta del sé più taciuto, percorrendo lo sguardo di
altri.
Spirito e carne si
alternano, in visi che narrano di terre lontane e di cammini tra i vicoli o ai limiti della Terra, scendendo nel profondo e nei ricordi di fanciulli che
conoscono il primo turbamento amoroso, contrapposti ai bimbi che, come prima
memoria, hanno il terrore della distruzione e della guerra, che non
conosceranno mai l’affetto di madri e nonne dagli abiti sgargianti, che
volteggiano, danzando sulle note delle filastrocche di villaggi distanti, nel
tempo e nello spazio.
Su tutto, il filo
rosso del sentimento, che non si compra con l’oro né col potere di un re, ma
solo con la fragilità di un fiore e la dolcezza di un sorriso, illuminato dalla
luce della luna che, scintillando nella notte, ricopre con lucente manto il
deserto quanto il mare.
(Stefania
Ferrari)
Natale naif
a Reggio Emilia
a cura di Stefania Ferrari
Una selezione dei
migliori pennelli naïf in esposizione dal 22
Dicembre al 7 Gennaio ad Arcus Artis GalleryLab di Reggio, per celebrare le
festività natalizie immersi nelle atmosfere dei “candidi”, assaporando la
poesia della neve immacolata che riflette la luna, entrando nei casolari che
profumano di pane, chiacchierando con le résdore che tirano la
sfoglia e ballando nell'aia al ritmo di fisarmonica.
La seconda edizione di
Natale naïf, curata da Stefania Ferrari, si conferma
dunque un appuntamento per tutti gli appassionati di questo stile espressivo
che non conosce epoca e confini e che vive ultimamente una seconda giovinezza.
Lungi dell'essere legato alle mode, pur mantenendo la sua coerenza si è fatto
più contemporaneo, unendo i temi tradizionali della campagna e del lavoro
legato alle stagioni, a una consapevolezza di un mondo che sta scomparendo,
sopraffatto dalla cementificazione e da un progresso tossico.
Protagonisti di questa
mostra dal fascino senza tempo, sono undici artisti che si contraddistinguono
per una pittura estremamente personale e di grande impatto, visivo e emotivo:
Gianni Bagni, Brenno Benatti, Fausto
Bianchini, Luigi Camellini, Paolo Camellini, Manola De Gobbi, Dino Fiorini,
Paolo Incerti, Luciano Lipreri, Antonio Motta e Gianni Pontiroli.
La loro creatività incanta
e fa riflettere, seguendo il filo dei ricordi d'infanzia e del sogno, dei sapori
di una volta e del desiderio di una vita all'insegna della semplicità e del
rispetto per la natura che ci circonda.
Giornata inaugurale,
sabato 23 Dicembre ore 17,30.
L'esposizione è a ingresso
libero e visitabile presso lo spazio Arcus Artis GalleryLab in via dei Due
Gobbi, 2/c a Reggio Emilia.
Orari di apertura:
martedì, mercoledì, venerdì e sabato 10/13 – 16/19,30; giovedì e domenica
10/13; lunedì chiuso.
Info: arcusartis@gmail.com
L'ESSENZIALE DEL COLORE
PERSONALE DI
KATIA BURANI
a cura di
Stefania Ferrari
Un tripudio di
sfumature incisive, selvagge, essenziali,
La pittura di Katia
Burani è istintiva e refrattaria alle regole, si nutre di se stessa e catalizza
l’attenzione su una vitalità che trascina in un vortice danzante di gioiosa
ebbrezza artistica.
Se, come scriveva Atoine de Saint-Exupéry, “l’essenziale è
invisibile agli occhi” ebbene, la pittura di questa artista è l’eccezione che
conferma la regola: nulla infatti è più percettibile dell’essenzialità dei
colori utilizzati per i suoi dipinti, prevalentemente astratti. Sono così
colmi, saturi e tangibili da possedere una tridimensionalità che li pone nello
spazio come vere esplosioni cromatiche.
Katia utilizza il mezzo espressivo per esternare suggestioni
e stati di coscienza, senza seguire argomenti specifici, ma solo rincorrendo il
pensiero del momento. Che sia una valvola da cui far fuggire pensieri cupi, o
una porta dalla quale escono correndo emozioni gioiose, come bimbi all’ultimo
giorno di scuola, si serve della pittura quale estensione di sé e del suo
vivere nel tempo.
I suoi quadri possono rappresentare spunti per una
meditazione, poiché di fronte alle tele possiamo lasciare andare, almeno per
qualche momento, ogni affanno e dedicarci alla sensazione profonda, libera, innocente
e primigenia.
I colori, apparentemente riportati sulla tela come affidati
alla casualità, seguono invece un percorso intimo preciso, un cammino a spirale
ascendente verso la consapevolezza del momento, quasi fossero mezzi divinatori
e di autocoscienza. Attraverso le intuizioni pittoriche di Katia Burani, è
possibile recarsi nel profondo con gioia e serenità, certi di ritrovare la
strada per tornare da un viaggio in un mondo “altro”, pieno di sorprese e nuove
idee.
Anche il tratto delle opere figurative mantiene questa sua
espressività svincolata e tendente all’astratto, offrendo così una sensazione
di vaga irrealtà, come i primi istanti del risveglio, dopo un sogno
particolarmente vivido e concreto. Le immagini non hanno margini definiti e le
forme sono ribelli e irrispettose verso le rigide geometrie, rendendosi così
più morbide, dolcemente insinuanti, all’occhio di chi guarda.
Diversi sono i soggetti presenti nelle sue opere che, come
fuochi d’artificio, colpiscono lo sguardo: possiamo camminare in un campo di
girasoli, in un pomeriggio di mezza estate, così come possiamo essere travolti
dalle onde azzurre e tumultuose di un mare tempestoso, cercando di raggiungere
un faro lontano.
Spostando l’osservatore verso punti di vista non
convenzionali, costringe a vedere il mondo in modo differente, acquisendo così
una percezione che, attraverso i canali accettati dal senso comune, non sarebbe
possibile raggiungere. L’estrema emancipazione da preconcetti stilistici,
permette a questa artista di trasformarsi da pittrice a guida verso mondi
intimi, di trasformarsi in Bianconiglio e accompagnarci verso mondi
meravigliosi e ricchi di fantasia.
Stefania Ferrari
Inaugurazione sabato 2 Dicembre ore 17.30Orari di apertura: martedì, mercoledì, venerdì e sabato 10-13 e 16-19.30; giovedì e domenica 10-13; lunedì chiuso. Sabato 2 dicembre orario continuato 10-19.30 info: arcusartis@gmail.com
ROLANDO SIRCANA
ANTOLOGICA
Surreale, simbolico,
visionario e precursore. Queste sono solo alcune delle caratteristiche di
Rolando Sircana, artista reggiano scomparso nel 2020 e di cui Arcus Artis
GalleryLab di Reggio Emilia cura una antologica, in mostra dal 18 al 26
novembre.
Antesignano nel
ricreare situazioni contemporanee e concetti del qui e ora che per lui erano
ancora futuro, con l’occhio allenato non dell’artista che vive in un universo
altro, ma dell’uomo perfettamente aderente alla realtà e che si prodiga nell’aiuto,
Rolando Sircana coglie le peculiarità, la bellezza, gli inganni e le storture
di un mondo in divenire, con le sue luci e le sue tante ombre, messe tuttavia
in evidenza non da cromatismi cupi ma, al contrario, con esplosioni di colori
netti e definiti.
Tramite uno stile che
ha fatto del tratto trascendente una cifra stilistica, racconta le virtù e i
peccati dell’umanità tesa verso il paradiso, ma con mezzi che spesso la portano esattamente dall’altra parte.
Non si erge mai a giudice, ma si pone come semplice spettatore che, attraverso una pittura figurativa e densa di allegorie, coglie la profondità di ogni azione della società a lui contemporanea, vivendola intensamente e con estrema consapevolezza.
Vi appartiene,
infatti. Completamente e, proprio per questo suo viverla coscientemente, riesce
a carpirne i segreti che ad uno sguardo superficiale non vengono percepiti. Con
pennelli e pigmenti, narra di un genere umano alla ricerca di qualcosa di
inafferrabile, in bilico tra ricordo e speranza, tra un passato doloroso e un
anelito verso un futuro migliore, diviso tra la melodia di un violino suonato
da un malinconico Pierrot e il suono potente di un organo, che sia preludio
alla presenza del divino.
Nato alla fine degli anni ’20 dello scorso secolo, Rolando Sircana nei suoi novantuno anni di vita, ha attraversato tutti i grandi mutamenti della storia recente: dal suo venire alla luce in una nazione che sentiva ancora gli echi della Grande Guerra, all’avvento del totalitarismo mussoliniano, l’esplosione e la devastazione del secondo conflitto mondiale, la ricostruzione e il boom economico, le tensioni sociali degli anni di piombo, seguito dai colorati e edonistici anni ’80, per poi scivolare lentamente verso quel nuovo secolo in cui tutte le certezze vacillano, la tecnologia irrompe prepotentemente nella vita quotidiana e la stessa socialità cambia aspetto.
Nulla è ciò che sembra
e un mondo parallelo vive e si ingrandisce e l’essere umano, annaspante e
confuso, non ha più idea di dove sia la propria strada, di quale via conduca
alla meta e di quale sia invece illusione.
Lungimirante e profetico, Sircana ritrae quest’umanità aggrovigliata, apparentemente festosa, in realtà vuota e votata, pur inconsapevolmente, a perdersi.
Solo poche sono le
certezze e chi riuscirà a mantenerle salde, avrà in premio la destinazione
finale.
Con la sua pittura
densa di simboli e di visioni surreali, questo artista traccia ancora oggi
nuovi percorsi in cui addentrarsi, per conoscere cosa riservi il reale e cosa
manifesti l’irreale, prendendo per mano ogni osservatore e trasportandolo in un
mondo in cui gli incontri sono densi di significato e le storie raccontate sono
insegnamenti per affrontare quanto la vita prospetti ogni giorno.
Stefania Ferrari